il simbolismo a palazzo reale
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Il Simbolismo: in mostra a Palazzo Reale

Il Simbolismo. I valori universali della vita e della morte, dell’amore e del peccato, dei misteri, colori e odori della natura, così come dell’esistenza umana sono spesso stati espressi per mezzo di simboli. Come scriveva Baudelaire nei suoi Fleurs du mal (1857): E’ un tempio la Natura, dove a volte parole/ escono confuse da viventi pilastri/ e che l’uomo attraversa tra foreste di simboli/ che gli lanciano occhiate familiari. 4 Dunque il Simbolismo, movimento culturale nato in Francia nel 1886 e presto diffusosi in tutta Europa, si pone l’obiettivo di chiudersi ad un’ idea di progresso che è sinonimo di mercificazione, di uomo ridotto a pura entità materiale dove prevalgono i principi del guadagno e del profitto. unspecified
Al contrario, per i simbolisti, alla realtà sensibile se ne somma un’altra più profonda e misteriosa, da raggiungere solo per mezzo dell’intuizione: l’essenza viene ridotta in forma, l’oggetto è concepito come soggetto, l’emotività è più o meno velata.maxresdefault

Per ripercorrere questa strada disseminata di analogie, sinestesie, metafore e ovviamente simboli, la mostra Simbolismo al Palazzo Reale di Milano, rappresenta un vero e proprio viaggio in questo universo parallelo, ricco di sfaccettature contrastanti. L’esposizione si apre con Une demoniaque del belga J. Middeleer che raffigura una donna dai lunghi capelli neri con un libro aperto e con fiori rossi ai suoi piedi. In questo dipinto son già racchiusi tutti i temi del Simbolismo: il poeta che si fa veggente – libro aperto – e il potere dell’oppio – papaveri rossi- che permette di elevarsi ad uno stato superiore, alto e altro. Una carrellata di opere dove artisti immortali  rivelano le corrispondenze tra uomo, natura e mito con il recupero della dimensione onirica ed esoterica, del mondo eroico della mitologia e di temi scabrosi come la lussuria e la pazzia. La donna che assume sembianze divergenti: Il solo Fernand Khnoppf le dà tre valenze differenti: un’ innocente Faerie Queene, una Britamart guerriera coraggiosa e un’enigmatica e funesta donna-ghepardo in Carezze. E così ancora la benevola Nereide di Max Klinger o la pericolosa Sirena di G. A. Sartorio come emblema della donna tentatrice.88

La dimensione primordiale e inquieta che genera anche i demoni della mente è visibile, invece, nelle opere di O. Redon, che si muove tra Simbolismo e Surrealismo. E non si può dimenticare il fitto velo criptico da cui il regno della natura viene ricoperto: la notte o i chiari di luna – come tempo del sonno e del sogno, uno stato di turbamento o con valenza cosmica. L’acqua, come metafora della vita e della morte. Torbida o limpida, icona del vero amore – qualora si tratti di una sorgente – è allo stesso tempo pericolo letale in grado di scatenare paure incontrollabili o indurre stati ipnotici con il suo moto ondeggiante. Il sentimento panico della natura che è in grado di suscitare temi erotici – iconografia della ninfea e del loto indiano – oppure di morte e lutto – salici e cipressi.5

Moreau e Böcklin, invece, ci portano indietro nel tempo: nel mondo del mito tra foreste dove si aggirano magici unicorni o, da un’altra prospettiva, nel recupero della mitologia classica – con i miti di Orfeo, Medusa, di sirene, ciclopi e regine dei ghiacci su monti innevati. Dal prevalere del blu- colore esoterico e notturno per eccellenza – si passa, in fine rassegna, alle coloratissime primavere dei Nabis e infine alle variopinte decorazioni di Galileo Chini che, con temi esotici, ci lasciano assaporare le magiche atmosfere de Le Mille e una notte.

Il Simbolismo. Dalla Belle Epoque alla Grande Guerra. 

 Palazzo Reale, Milano – 3 febbraio- 5 giugno 2016 – www.mostrasimbolismo.it