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Arte e cucina: le stoffe di Stefano Bressani e lo chef Davide Oldani

Una sgargiante opera di trame e orditi

E’ in corso un nuovo entusiasmante progetto per l’artista pavese Stefano Bressani, che nei prossimi mesi collaborerà con lo chef del D’O di Cornaredo Davide Oldani a nuove opere d’arte realizzate con la sua personalissima tecnica, di cui lui stesso è padre fondatore.

Incontro fortuito quello con lo chef Davide Oldani, lo scorso ottobre, chiamati a interpretare la storica Zuppa Pavese con la propria personale arte.

L’uno l’interpretazione gastronomica della ricetta, l’altro una sgargiante opera di trame e orditi. Due filosofie di lavoro che si sovrappongono e si incontrano nel concetto di POP. Bressani da sempre si distacca con eleganza da mode e tradizioni contemporanee: invece della tavolozza dispone di stoffe di ogni colore e consistenza con cui sapientemente ricrea la sua visione della realtà.

Dopo diverse esposizioni e collaborazioni internazionali, torna in terra lombarda per esaltare i sapori e la materia prima della sua tradizione attraverso la sua arte contemporanea e il lavoro di uno chef di cui ne condivide i valori.

Cosa lega l’arte al cibo?

Entrambi nascono dallo studio e dalla ricerca della materia, quella che il fruitore può toccare, assaporare e osservare. E attraverso la tecnica poi si trasforma la materia in qualcosa di bello, estetico ed edonistico, che nel fruitore suscita emozione, ricordi e suggestioni.

L’incontro fortunato con Bressani ha dato modo a entrambi di capire quanto l’arte e il cibo possano dialogare e viaggiare a pari passo nelle sensazioni dei loro commensali e osservatori, e decidere così di proseguire in una prestigiosa collaborazione. Bressani-Oldani-Zuppa-Pavese

Bressani dichiara che sia proprio l’attenta ricerca della materia prima la qualità di Oldani che vuole rappresentare. Prima declinazione infatti sarà quella della cipolla caramellata, piatto cult dello chef, simbolo del suo essere pop. Un’ulteriore caratteristica che i due hanno in comune.

“Dello chef del D’O mi ha stupito coerenza e rispetto della deontologia professionale, dice Stefano, due caratteristiche che vanno perdendosi anche nel mondo dell’arte ma a cui rimango indissolubilmente attaccato. Prima di essere artisti, siamo persone a contatto con altre persone”.

Stefano Bressani non è di certo nuovo al mondo del cibo. Da sempre amante dei valori trasmessi dalla cucina, ha portato a termine diverse collaborazioni con pionieri del food italiano e realizzato opere come spaghetto di gragnano e mazzancolle, o pop corn.

La Zuppa Pavese 2.0: la tangibilità di Bressani nella cucina 

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Due creazioni, due linguaggi diversi, che si incontrano per rappresentare la storia: lo scorso ottobre lo chef Davide Oldani e Stefano Bressani sono stati chiamati a dare una propria interpretazione della storica zuppa pavese risalente al 1525 e alla Battaglia di Pavia.Bressani-Oldani-Zuppa-Pavese

Bressani crea un’opera unica, rotonda, ironica e calorosa, composta da stoffe coloratissime, volumi morbidi ed attraenti.

Lo chef Oldani rivisita la ricetta in pieno stile pop servendo un brodo saporito e leggero da bere con la cannuccia, in una cialda di pane modellata come una scatola delle uova; la ricetta è completata da un uovo barzotto e di passatelli.

L’Artista Stefano Bressani è stato chiamato in causa per le sue origini Pavesi ma ancora di più per la sua unicità stilistica e per il diverso approccio all’arte, che negli anni lo ha reso forte della sua innovazione ed “ARTigianalità” riportata nell’arte stessa, importanti aspetti questi che lo rendono “tagliato su misura” per esportare questo progetto per giocare con le eccellenze, tra piatto tipico e nuove predisposizioni culturali mirate a proporre al pubblico qualcosa di veramente nuovo.

Ecco come un semplice piatto povero per tradizione ma ricco di significati storici può trasformarsi nella sua evoluzione diventando la ZUPPA ALLA PAVESE 2.0.

Le Sculture vestite: Stefano Bressani, nato a Pavia nel 1973, è un interprete contemporaneo, un artista e artigiano diventato maestro della propria arte: attraverso la stoffa e la sua malleabilità ricrea attimi della realtà, sentimenti e visioni.Bressani-Oldani-Zuppa-Pavese

Due gli oggetti simbolo dell’artista: le forbici e il chiodo. La prima simbolo di stacco netto, il secondo di legame fra due corpi distinti. Proprio come nelle sue opere, due o più incoerenze si uniscono, trovando senso solo una volta insieme.

Il concetto dell’incoerenza è dato anche dalla stoffa: le opere di Bressani sono quasi sempre una moltitudine di colori e sfumature, trame di complessità diverse e materiali differenti.

Un passaggio, quello della scelta delle stoffe, che però avviene solo dopo un approfondito studio della realtà e dell’immagine che andrà rappresentata.

Un po’ come accade in cucina: nulla è lasciato al caso, ogni dettaglio e ogni ingrediente viene prima analizzato nella sua singolarità per poi comporre il piatto.