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Bali magica: l’isola che il mare non riesce ad accerchiare

L’essenza di Bali

Bali magica: l’isola che il mare non riesce ad accerchiare

Si legge tanto di quest’isola, la più famosa di tutta l’Indonesia, ma, sfogliando articoli e guide turistiche ho notato che si parla poco del suo spirito, dello spirito della Bali magica.

Ci sono foto del mare, è vero.

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Foto di scimmie e di templi, di improbabili posizioni yoga e di tramonti su spiagge bianche come la neve.

Recensioni di ristoranti di pesce, cocktail bar aperti fino a tardi, forse fino a tardissimo, di cucine gluten-free a prezzi irripetibili.

Ma non è questa l’essenza della Bali magica.

Non è questo che rimane impresso quando si rientra a casa, alla fine della vacanza, con le spalle abbronzate e gli occhiali da sole al sicuro nella tasca dello zaino dopo che una scimmia ha provato a prenderseli.

E non rimane neanche il ricordo di qualche vestito ancora bagnato per le piogge, un po’ di quella sabbia bianca cangiante che raschia il fondo della valigia, l’odore di jackfruit sull’immancabile camicia di lino bianco. Nemmeno i contorni delle punture di zanzara.

E qual è, allora, l’essenza dell’Isola degli Dei ?

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  • È il rumore del motorino nel silenzio delle risaie a terrazza, verdi come sono verdi le piante bagnate da poco, verdi come è verde l’erba del vicino.
  • E quando si gira la chiave e si posano i piedi su quel verde, si respira armonia.
  • Perché in un’isola divisa tra riso e spiritualità le terrazze sono il punto d’incontro tra terra e acqua.
  • Acqua che passa dai templi balinesi, si purifica con le preghiere e prosegue la sua corsa fino ad arrivare alle coltivazioni, dove bagna le falci e i piedi scalzi dei contadini.
  • Perché Bali è una linea sottile. Tra terra e acqua. Tra riso e preghiere.
  • È tensione continua tra terra e cielo: è “l’isola degli Dei”, che nasce e cresce intorno ai templi sparsi lungo tutta la sua superficie.

Questo rimane a chi viene a visitare la Bali magica

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  • Sono i canang sari che profumano le strade, piccoli cestini con fiori colorati offerti alle divinità, posati sulle strade, sugli usci, di fronte ai santuari.
  • Sono i 1500 gradini per arrivare a fotografare il Pura Lempuyang, la ‘Porta del Paradiso’, in cima all’omonimo monte, attraversando una foresta infestata da dispettosissimi macachi.
  • È la nebbia che galleggia sopra al lago Bratan e inghiotte i tetti e le mura del tempio Ulun Danu Beratan, accompagnata dalle preghiere dei fedeli e dalla condensa sugli schermi dei telefonini.

È questa, forse, l’essenza della Bali magica .

La sensazione di trovarsi in un luogo fuori dal tempo, un luogo dove anche quelli che nello zaino hanno messo solo crema solare e infradito si fermano di fronte alla ‘Porta del Paradiso’, allargano le braccia, guardano la coppia di vulcani che hanno davanti e si chiedono per un istante, un battito di ciglia appena, dove inizia la terra e dove finisce il cielo.

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