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Barocco Globale. Il mondo si incontra nella Roma dei Papi

Alle Scuderie del Quirinale fino al 13 luglio, una storia nel secolo del Bernini

Nelle sale delle Scuderie del Quirinale scopriamo Barocco Globale, una storia straordinaria che ci parla di transculturalismo, di globalizzazione, di viaggi intercontinentali, di scambi culturali di cui sono stati protagonisti viaggiatori, religiosi, ambasciatori e artisti giunti a Roma da tutto il mondo con un bagaglio di saperi e culture di formidabile varietà. E da qui sono partiti per itinerari avventurosi, missionari e gesuiti come Matteo Ricci, eccezionale tramite culturale con la Cina.

Cento sono le opere in prestito dai più importanti musei del mondo per la prima mostra dedicata alle sorprendenti connessioni culturali nella Roma del Seicento, nodo di sinergie artistiche, religiose, culturali.

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Il busto dell’ambasciatore congolese al centro per volontà di Papa Francesco.

Nella prima sala delle Scuderie del Quirinale accoglie i visitatori il busto in marmi policromi di Antonio Manuel Ne Vunda, ambasciatore del Regno del Congo, scolpito nel 1608 da Francesco Caporale, posto al centro della mostra per volere di Papa Francesco (che, ahimè, ci ha lasciato il lunedì dell’Angelo), che voleva sottolineare “lo storico legame tra la Santa Sede e l’Africa”.

Il giovane diplomatico africano era giunto a Roma dopo un viaggio travagliato e morì in Vaticano alla vigilia dell’Epifania. In città il suo arrivo aveva richiamato la visita di Baldassare, il re magio dalla pelle scura, e per omaggiare la sua missione di evangelizzazione presso i popoli più lontani venne ritratto in un busto come quello degli imperatori romani. La scultura, recentemente restaurata, è in prestito dalla Basilica di Santa Maria Maggiore.

Roma è l’unico luogo dove qualunque forestiero si sente a casa”. Così scriveva nel 1581 il filosofo Michel de Montaigne. E lo dimostrano le opere d’arte realizzate da maestri come Gian Lorenzo Bernini, Antoon van Dyck, Nicolas Poussin, Pietro da Cortona, Lavinia Fontana.

Barocco Globale espone capolavori dei più grandi artisti del Seicento: disegni, incisioni, arazzi, parati sacri e rari manufatti di ogni provenienza illustrano la vocazione universale e cosmopolita del papato, a partire da Paolo V Borghese che intrecciò una rete di relazioni globale con centro a Roma.

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Nell’anno del Giubileo questa mostra presenta una Roma cosmopolita, collegata a ogni angolo del mondo allora conosciuto e aperta al confronto con realtà diverse e lontane.

Il progetto, con particolare attenzione ai recenti sviluppi dei global studies, è curato da Francesco Freddolini e Francesca Cappelletti. La Presidenza della Repubblica aprirà al pubblico importanti ambienti del Palazzo presidenziale come il Salone dei Corazzieri, la Cappella Paolina e la Sala del Mascarino lungo l’itinerario speciale “Il mondo a Roma negli affreschi del Quirinale”.

Ogni pezzo, una storia.

Della Fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona – il più celebre soggetto “globale” dell’iconografia barocca – è esposto il monumentale bozzetto in terracotta che rivela come Bernini conoscesse la dura realtà degli africani deportati nel Nuovo Mondo: il Rio della Plata, allegoria delle Americhe, presenta infatti i tratti somatici delle popolazioni dell’Africa subsahariana.

In Annibale che attraversa le Alpi Poussin dipinge il pachiderma Don Diego giunto a Roma del XVII secolo, che a Palazzo Venezia attirava folle di curiosi. L’erudito Cassiano dal Pozzo commissionò un quadro sulle guerre puniche per includere l’immagine dell’elefante!

Il planisfero con al centro la Cina realizzato da Matteo Ricci nel 1584 in collaborazione con uno studioso cinese racconta la straordinaria avventura del gesuita, il primo sinologo.

Incontri con personaggi di tutto il mondo

Incontriamo il nobile persiano Ali-qoli Beg, ritratto da Lavinia Fontana in un impressionante ritratto finora mai presentato in pubblico, e il missionario francese Nicolas Trigault dipinto da Rubens in abiti cinesi.

Colpiscono i ritratti realizzati da Van Dyck di Robert Shirley, cattolico inglese ambasciatore di Persia, e di sua moglie Teresia Sampsonia, circassa cattolica. “Sulle loro vesti e sul manto dorato di Robert – osserva Francesca Cappelletti – i colori delle decorazioni e le stoffe preziose dei costumi persiani vibrano e reagiscono alla luce, consegnandoci …l’immagine di un personaggio dall’identità contaminata, costruita attraverso viaggi a volte impervi, soggiorni presso corti annidate in paesaggi dal clima diverso, abitando ogni volta la lingua e la cultura dell’altro”.

Idee, immagini, miti in giro per il mondo.

Nei quadri si vedono paesaggi esotici come l’antico Egitto in Cesare che rimette Cleopatra sul trono di Pietro da Cortona; contaminazioni come l’Andromeda di Rutilio Manetti, principessa etiope che ha le fattezze di una fanciulla europea.

Stupefacenti sono opere come la preziosissima mitra in piume di manifattura centro-americana donata a San Carlo Borromeo da Papa Pio IV; le copie della Salus Populi Romani ( così cara a Papa Francesco) realizzate da artisti cinesi e quella della Santa Cecilia di Carlo Maderno dell’artista indiana Nini, che mescolano stili e linguaggi.

Esploriamo fino al 13 luglio 2025 Barocco Globale – Il mondo a Roma nel secolo di Bernini. Roma, Scuderie del Quirinale.