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Binario 21: a Milano un luogo della memoria per continuare a riflettere 

A Milano, i convogli che erano diretti ai campi di sterminio

 Binario 21: a Milano un luogo memoriale per continuare a riflettere 

Sulla Shoah non si sa mai abbastanza o, meglio, a volte non ci si riflette che distrattamente. Ben vengano, dunque, luoghi-memoriali come il Binario 21 di Milano.

Visitandolo, in omaggio alla giornata del 27 gennaio – Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale dedicata alle vittime dell’Olocausto – mi hanno colpito tre considerazioni, sopraggiunte sull’onda dell’emozione, mentre sostavo di fronte ai convogli merci diretti ai campi di sterminio.

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L’assurdità dell’Olocausto

Si sa che gli italiani fascisti contribuirono attivamente alla cattura delle famiglie di origine ebraica, ma leggere le testimonianze (tra le altre Leone Latis scrive: nel 1938 arrivarono le leggi antiebraiche. Giorgio e i cugini furono espulsi dalle scuole. Solo Liliana fece in tempo a fare l’esame di maturità) rinfresca la memoria, appunto.

Come vedere le targhe lungo i binari: Milano/Auschwitz o Mauthausen o altri campi di raccolta italiani.

Altra considerazione è stata quella che nessuno dei deportati sapeva che fine avrebbe fatto.

Salivano su quei treni pensando di recarsi in campi di lavoro…nessuno di loro immaginava che donne incinte e bambini sarebbero stati immediatamente uccisi nelle camere a gas, e uomini e donne in salute sarebbero diventati cavie di esperimenti prima di essere eliminati.

E, poi, l’assurdità stessa dell’Olocausto, la follia, peraltro rivolta a persone di religione ebraica che erano italiane, francesi o tedesche da generazioni.

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Il Binario 21 alla Stazione centrale di Milano

La Fondazione Memoriale della Shoah di Milano è nata con lo scopo di realizzare un luogo di memoria e incontro (fondamentale quello con le scuole) negli spazi sottostanti alla Stazione Centrale di Milano.

Quest’area – originariamente adibita alla movimentazione dei vagoni postali – tra il 1943 e il 1945 fu il luogo in cui migliaia di ebrei furono caricati su vagoni merci, trasportati al sovrastante piano dei binari e, una volta posizionati alla banchina di partenza, agganciati ai convogli diretti ad Auschwitz-Birkenau e altri campi di sterminio e di concentramento, o ai campi italiani di raccolta come quelli di Fossoli e Bolzano.

Dagli stessi binari partirono anche numerosi deportati politici, destinati al campo di concentramento di Mauthausen o ai campi italiani.

Il 30 gennaio 1944, partì il primo convoglio di prigionieri ebrei diretto ad Auschwitz-Birkenau. Soltanto 22 delle 605 persone deportate quel giorno sopravvisse. Tra di loro Liliana Segre, allora tredicenne, che benché così giovane sopravvisse all’amatissimo padre. Tra tutti i luoghi che in Europa sono stati teatro delle deportazioni, oggi il Memoriale è il solo ad essere rimasto intatto.

Esso rende omaggio alle vittime dello sterminio e rappresenta un contesto vivo e dialettico in cui rielaborare attivamente la tragedia della Shoah. Un luogo di commemorazione, quindi, ma anche uno spazio per costruire il futuro e favorire la convivenza civile.

Il Memoriale vuole essere, infatti, un luogo di studio, ricerca e confronto: un memoriale per chi c’era, per chi c’è ora ma soprattutto per chi verrà.

Piazza Edmond J. Safra 1 – (già via Ferrante Aporti 3) – Milano – www.memorialeshoah.it

Assistente psicologa, direttore di psicodramma moreniano e counselor in sessuologia clinica di FISS (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica), è giornalista professionista nell’area del benessere psico-fisico. E’ esperta in consulenze su difficoltà individuali e di coppia riferite a disturbi psico-sessuali o a problemi relazionali.