Bosch e un altro Rinascimento: a Palazzo Reale di Milano
Bosch e un altro Rinascimento a Palazzo Reale di Milano fino al 12 marzo 2023. A cura di Bernard Aikema, Fernando Checa Cremades, Claudio Salsi
Il nome del pittore fiammingo Jheronymus Bosch (c.1450-c.1516 ), per chi lo conosce, rievoca immediatamente dipinti dove pullulano mostriciattoli, creature ibride, incendi, visioni oniriche.
Eppure i dipinti di sicura attribuzione che ci sono pervenuti non sono più di una ventina, cinque dei quali aprono questa mostra.
Il più ricco di particolari fantasiosi è il Trittico delle Tentazioni di S Antonio, per la prima volta in Italia, prestato dal Museu Nacional de Arte Antigua di Lisbona.
Opera che ha lasciato il Portogallo solo un paio di volte, una summa dell’arte di Bosch ed un po’ il perno intorno a cui ruota la mostra, che nel titolo parla di un altro Rinascimento.
Il trittico illustra la passione per la bizzarria, per le mostruosità e il grottesco che nel Rinascimento cosiddetto classico esisteva già dal Quattrocento in Toscana e in Italia settentrionale. Si pensi ad alcune caricature di Leonardo da Vinci, tratte dalle pagine del Codice Trivulziano o alla moda delle “grottesche all’antica”.
Questo modello figurativo fantasioso, onirico e a tratti sorprendente, trovò un filone fertile in Italia, Spagna e Francia ed affiancò quello classico fino all’inizio del 600.
Come nel 1958 la mostra “ L’arte lombarda dai Visconti agli Sforza” a Palazzo Reale gettò una luce diversa sul modo di raccontare la storia dell’arte rinascimentale, affermando che vi erano altri luoghi di produzione di arte significativa in Italia oltre a quelli collocati prevalentemente in ambito toscano, così in modo analogo la retrospettiva Bosch e un altro Rinascimento, la prima a Milano sull’artista, approfondisce il rapporto tra Classico e Anticlassico mostrando come vi fossero diversi Rinascimenti, in vari centri e periferie d’Europa.
Quello di Bosch, caratterizzato dalla fantasia e dall’innovazione dello stile, andò di pari passo con lo stile classicheggiante di Raffaello, Parmigianino, Tiziano ed ebbe un numero crescente di epigoni in tutta Europa.
Bosch e un altro Rinascimento: il percorso espositivo
In mostra a Palazzo Reale un centinaio di opere, di diversi autori, tra dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi, inclusi una trentina di oggetti rari e preziosi per un’ideale ricostruzione di una Wunderkammern, o camera delle meraviglie.
Per la prima volta in Italia abbiamo l’occasione di vedere tutte insieme una manciata di opere grazie a prestiti e a scambi importanti quanto rari, frutto di una rete di cooperazione culturale internazionale durata cinque anni tra musei, ambasciate, collezionisti ed istituti di cultura.
Il Trittico del Giudizio Finale proveniente dal Groeningemuseum di Bruges, il Trittico degli Eremiti delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, proveniente dalla collezione del cardinale Domenico Grimani, il San Giovanni Battista e La Visione di Tundalo della Bottega di Bosch, prestati dal Museo Lázaro Galdiano di Madrid che per ragioni conservative lasceranno la mostra il 13 febbraio.
Infine “chicca” della mostra, l’intero ciclo degli arazzi “alla maniera di Bosch”: quattro arazzi prestati dall’Escorial di Madrid messi a confronto con il cartone dell’Assalto all’Elefante per il quinto arazzo andato perduto e riconosciuto nelle collezioni delle Gallerie degli Uffizi.
Il percorso espositivo si propone di illustrare lo strepitoso successo dell’arte boschiana nell’Europa meridionale tra il Cinquecento e gli inizi del Seicento.
L’iconografia del Giudizio universale o delle Tentazioni di Sant’Antonio, per esempio, fu replicata in diverse versioni dallo stesso Bosch e fu il soggetto favorito da committenti e collezionisti, tra cui gli Asburgo e i Valois di Francia.
Strumento della diffusione del brand Bosch fu sicuramente la stampa.
Molti incisori, prevalentemente fiamminghi, si cimentarono nella riproduzione di opere di Bosch, contribuendo alla sua fortuna.
L’influenza di Bosch. è stata profonda e trova la più legittima continuazione nell’arte di Pieter Bruegel il Vecchio.
Questi in collaborazione con la casa editrice ed incisoria di Anversa Aux Quatre Vents riprodusse una serie di disegni di Bosch da usare per la riproduzione a stampa.
Molti di questi disegni, furono vere e proprie reinvenzioni, “nuovi Bosch”, e vennero incisi da Pieter Van Heyden (in mostra la Discesa di Cristo al Limbo ).
Grazie a queste operazioni su più livelli il brand Bosch raggiunse una popolarità rilevante in tutta Europa e anche oltre Oceano fin dal Cinquecento.