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Casa e smart working: come cambiano gli spazi e il design

Lavorare in casa. Ne parliamo con la home stylist Viviana Grunert

Casa e smart working: lavorare in casa, questa si adegua e si rivedono gli spazi per il benessere delle persone.

Nuovi spazi per trovare il proprio equilibrio

Ci sono momenti in cui le persone vogliono dare una nuova anima alla propria abitazione.

Per desiderio di cambiare, e perché le tendenze del design sono cambiate. Ma si devono rivedere gli spazi anche per necessità.

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La pandemia ha contribuito a dare vita a nuovi spazi per vivere meglio.

Dal mondo del design arrivano soluzioni innovative per le esigenze del presente e del futuro.

Oggi ne parliamo con la home stylist, Viviana Grunert in quanto proprio lei si è dovuta mettere in gioco e dare un nuovo ordine ai propri pensieri tra smart working e didattica a distanza.

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La casa, mai come ora, è diventata l’espressione del proprio io, un luogo simbolico dove le emozioni, la storia personale e le esperienze trovano concretezza e il lockdown ha rappresentato una linea netta di demarcazione che ha stabilito un prima e un dopo nel modo di vivere il posto dove si abita.

Casa e smart working: ripensare gli spazi abitativi

La situazione di isolamento dettata dal Covid ha modificato le abitudini e gli stili di vita anche in funzione degli spazi nei quali le persone sono state e lo sono tutt’ora, costrette a vivere molto tempo in casa e a trascorrervi le proprie giornate.

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Come viviamo ora la casa?

Diciamo che ha subito una svolta verso una configurazione ibrida e polifunzionale ed è stata adattata a ufficio, aula scolastica, palestra, ristorante, sala giochi, centro estetico e persino parrucchiere.

Se da una parte l’arrivo del Covid ha impattato in maniera negativa in alcuni ambiti della nostra esistenza, dall’altra sta offrendo grandi possibilità per rimettersi in gioco e rimodellare la propria vita, soprattutto in casa.

Perché, allora, non cominciare a ripensarla, adattandola alle nuove esigenze, per renderla esattamente il posto ideale dove si vorrebbe essere, a partire dallo smart working.

Quali allora i suggerimenti per ricavare un ambiente dedicato unicamente allo smart working, dove trovare tranquillità ed equilibrio?

Partiamo dalla luminosità perché la stanza deve sempre essere luminosa e preferibilmente con luce naturale. È molto importante per il benessere psico-fisico. La presenza di finestre è fondamentale per mantenere il luogo di lavoro ben aerato.

Importante è posizionarsi senza dare le spalle alla luce, soprattutto se si utilizza un pc, altrimenti si rischiano fastidiosi riflessi sullo schermo.

Un altro aspetto determinante è costituito dall’utilizzo di colori tenui e rilassanti in quanto permettono di lavorare in un ambiente che aiuta la concentrazione e la serenità.

È importante la presenza di un piano d’appoggio spazioso, una sedia ergonomica confortevole e una lampada che permetta di non affaticare la vista. Per agevolare il lavoro non deve mancare, infine, una valida rete di connessione Internet.

Casa e smart working: le persone come hanno risposto?

Ci siamo adattati rapidamente ai nuovi cambiamenti ma le case, ancora, non sono riuscite a stare al passo. Quelli a venire saranno anni molto interessanti, sotto tutti i punti di vista.

Designer e architetti di tutto il pianeta si sono mobilitati, così come il mondo dell’arte e della moda.

Soluzioni ingegneristiche e materiali tecnologici permetteranno di ripensare arredi e design delle abitazioni per andare incontro a quelle che potrebbero essere le esigenze e le tendenze del futuro, producendo sicuramente soluzioni altamente innovative ed interessanti.

Quanto pesa lo smart working sui cittadini?

Secondo l’indagine “Infojobs Smart Working 2020” il 72% delle aziende ha messo a disposizione in tempi brevi mezzi e strumenti per permettere ai collaboratori di proseguire il lavoro da remoto, inoltre, poco più della metà delle aziende, ha attivato lo smart working (56%).

A ciò si aggiunge il dato secondo cui il 64,5% delle aziende ha dichiarato che i dipendenti hanno apprezzato questa decisione e non ha avuto contraccolpi sulla produttività (39%) o ne ha avuti ma in maniera limitata (25,5%).

Tra le criticità riscontrate invece spiccano i problemi di tipo organizzativo (44%) per mancanza di supervisione e controllo sul lavoro del personale e di tipo relazionale (42%). Per quanto riguarda i lavoratori, il 79% ha adottato per la prima volta questa modalità, mentre per il 14,5% si dice più flessibile e, per il 6,5%, non c’è stato alcun cambiamento rispetto a prima.

E, allora, come pensate di avere organizzato i vostri spazi? Ambienti ancora da studiare o già in linea con i suggerimenti della home designer Viviana Grunert?

www.vivianagrunert.it