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Sessuologia

Cybersex Addiction: l’erotismo virtuale ai tempi della pandemia

Trasgressione innocente ma anche un fenomeno che può sfuggire al controllo

E’ una dipendenza, se si tratta di Cybersex Addiction: lo dice la parola. Anche se navigare in rete per cercare un partner e a volte giocarci a livello erotico, può essere divertente, una trasgressione innocente.

Sembra un tipo di ‘selezione’ pratica e senza perdite di tempo, per chi è solo e cerca compagnia oppure un rapporto stabile, prima di incontrarlo realmente.

Sembra che si possano correre meno i rischi delle delusioni, testando prima l’altra persona. Sembra…invece, molte volte, le conoscenze in rete sono insoddisfacenti quando sono trasportate nel reale.

Quando funziona, spesso, è puramente casuale, proprio come succede negli incontri tradizionali. Si tratta di quel famoso ‘feeling’, la base di ogni conoscenza appagante.

Ma Internet è sempre più frequentemente utilizzato anche come mezzo, non solo per ricercare avventure sentimentali, ma per dedicarsi a visioni e attività di tipo pornografico, grazie a motori di ricerca specializzati in ogni genere di obiettivo hard.

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Sesso virtuale fuori controllo?

Il fenomeno virtuale legato al sesso è rappresentato da Internet con centrali di smistamento per ogni tipo di curiosità erotiche. Queste ultime rappresentano una fonte praticamente inesauribile di foto, filmati e possibilità interattive” ha scritto Franco Avenia, psicosessuologo.

Accedendo ad una di esse, i links che portano ad altri siti permettono di continuare per mesi e anni la ricerca di immagini che vanno dalle più soft alle più spregiudicate. Il giro d’affari mondiale, nell’ordine di miliardi di euro, continua ad aumentare.

Un fenomeno che può sfuggire al nostro controllo. Dietro la tastiera e lo schermo del computer, senza limite, si liberano le inclinazioni più nascoste, mostrando il volto di una sessualità sconosciuta anche a se stessi e che molto spesso si è inclini a ritenere naturale sottolinea Avenia.

Cybersex Addiction e pandemia

Da un recente sondaggio on line effettuato dalla Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica su 1.559 persone, oltre il 50% ha rivelato un calo dell’intimità relazionale a causa del coronavirus.

Marco Silvaggi, psicoterapeuta e sessuologo clinico per FISS conferma il fatto che il sesso sicuro è stato percepito quello senza contatto attraverso la tecnologia. E’ avvenuta una digitalizzazione dell’intimità in pandemia.

E il 20% ha sperimentato sexting o altra pornografia in rete.

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All’aumento ha contribuito l’ampia disponibilità di internet e l’ampliamento dell’arena del cyberspazio hanno fornito una maggiore possibilità del sesso virtuale, compreso il sexting.

Però, la perdita di contatto con la realtà, la mancanza di un rapporto umano e affettivo con gli ‘oggetti del desiderio’ possono generare risposte introversive e compulsive dalle quali è difficile sottrarsi. Gli effetti, inizialmente a portata individuale, si ampliano a livello familiare e sociale.

Di questo tipo di dipendenza si è parlato anche in occasione di un seminario su ‘Cybersex: forme attuali di dipendenza sessuale’.

Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa della Società Italiana di Sessuologia e Psicologia ha affermato che: “L’8% degli italiani è ‘drogato’ di Internet, e fra questi spiccano i dipendenti dal cybersex, il sesso virtuale.

Si tratta di un fenomeno che riguarda prevalentemente i maschi, eterosessuali, dai 33 ai 55 anni. Ma stiamo ricevendo sempre più richieste di aiuto da parte dei giovani dai 18 ai 35 anni”.

Ci si connette spesso durante le ore lavorative – aggiunge la Cosmi – ma i file di interesse vengono scaricati di notte, a casa. Inoltre, per lui il 33% delle relazioni virtuali sfocia in incontri reali. Una percentuale molto inferiore a quella totalizzata dalle donne”, precisa la sessuologa.

Questo vuol dire che lei sul web “cerca comunque un aggancio per una storia reale, mentre lui è più virtuale”.

“Spesso – prosegue la psicologa – la dipendenza da cybersex si associa a depressione e difficoltà ad instaurare relazioni reali“.

Cybersex Addiction ed età media

E se l’età media dei ‘maniaci’ di chat e altri spazi a luci rosse sul web sembra alta, ci siamo resi conto nel corso dei nostri programmi che coinvolgono le scuole che gli adolescenti passano sempre più tempo in Rete. Insomma, il mondo virtuale viene scoperto sempre prima.

Non solo, durante al pandemia si rilevato un aumento notevole del fenomeno del vamping che porta ragazzi e ragazzini, durante le ore notturne (fuori dal controllo dei genitori) a chattare, videogiocare o comunque a stare connessi.

Questo fatto può favorire anche il sexting.

Se desiderate chiarimenti su problemi di natura sessuale (maschile o femminile) potete scrivere alla dottoressa Bettelli Lelio a: cbchiachia7@gmail.com  

foto di copertina @pexels-andrea-piacquadio

Assistente psicologa, direttore di psicodramma moreniano e counselor in sessuologia clinica di FISS (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica), è giornalista professionista nell’area del benessere psico-fisico. E’ esperta in consulenze su difficoltà individuali e di coppia riferite a disturbi psico-sessuali o a problemi relazionali.