David-Bowie-Berlino
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David Bowie, il muro e la Berlino di “Heroes”

“Ich bin ein Berliner” (Io sono un berlinese)

David Bowie e la Berlino di “Heroes”

A metà anni ’70 David Bowie viveva a Los Angeles e stava attraversando un periodo di abuso di cocaina ed alcool, una crisi così profonda da sembrare irreversibile.

Invece nel 1976, quando anche i suoi più grandi amici lo consideravano ormai spacciato, David, spinto dal suo interesse per la scena artistica tedesca, si trasferì a Berlino Ovest dove incominciò un percorso di rinascita musicale ed umana.

“Ich bin ein Berliner” (Io sono un berlinese)

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Andò a vivere nella zona di Schöneberg, non molto lontano dalla piazza in cui anni prima il Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy pronunciò il famoso discorso che terminava con: “Ich bin ein Berliner” (Io sono un berlinese).

Il Muro, presidiato dalle guardie armate, divideva ancora la città e si vedeva molto bene dalle finestre della Meistersaal (lo Studio 2, quello più grande) degli Hansa Tonstudio in cui David Bowie stava registrando l’album “Heroes”.

Nel brano omonimo, composto insieme a Brian Eno, ci sono infatti gli amanti che si baciano presso il Muro, i soldati e gli spari, la divisione del mondo fra noi e loro, il desiderio di essere eroi almeno per un giorno e vincere ogni avversità.

Ma gli eroi sono volutamente fra virgolette perché non risultassero troppo romantici o tragici.

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La canzone è semplice ed essenziale, eppure assolutamente epica.

La voce di Bowie parte in un tono basso e profondo per aprirsi in un urlo straziante e quasi disperato mentre le chitarre di Robert Fripp ed i sintetizzatori di Brian Eno creano un tappeto sonoro ossessivo e lancinante.

Anche il video, diretto da Stanley Dorfman, è minimale: la sagoma scarna di David Bowie, in piedi, quasi immobile in una stanza vuota, illuminata in controluce da un solo occhio di bue.

Indimenticabile David Bowie.

Molti anni sono passati.

Nel frattempo si è saputo che i due amanti erano il produttore Tony Visconti (allora sposato) e la corista Antonia Maaß.

Dalle finestre degli Hansa Tonstudio non si vede più il Muro, travolto dalla storia nel 1989 e di cui forse si è cancellata un po’ troppo velocemente la memoria.

Non ci sono più la Berlino Ovest e la Berlino Est. Anche David Bowie non c’è più ma i suoi “Heroes” sono certamente stati consegnati all’immortalità.

Gli Hansa Tonstudio

David-Bowie-BerlinoGli Hansa Tonstudio sono tuttora in attività e si trovano al n. 38 di Köthener Straße, vicino a Potsdamer Platz, in un edificio storico costruito in stile neoclassico fra il 1910 ed il 1913 come sede della Società Edilizia della città.

Nella Meistersaal si tenevano concerti da camera, serate danzanti e spettacoli di cabaret.

Da quando sono diventati degli studi di registrazione vi hanno inciso, non solo i più famosi artisti tedeschi, ma anche le grandi star internazionali. Oltre a David Bowie, Depeche Mode, U2, Jon Bob Jovi, Iggy Pop, Nick Cave e molti altri.

Sul sito ufficiale (www.hansatonstudio.de) alla pagina www.musictours-berlin.de/en/ è possibile prenotare una visita degli studi oppure uno dei vari tour della città (in bus o a piedi) sulle tracce dei molti artisti che hanno scelto Berlino per dare vita ai loro capolavori.