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Arte & Cultura,  Life gallery

Divisionismo. 2 collezioni: opere da Tortona e Milano alla GAM

La mostra fino al 6 marzo 2022 curata da Giovanna Ginex

Divisionismo. Nelle suggestive sale al pian terreno della Villa Reale sono esposti trenta capolavori di questa tecnica pittorica – e la sua poetica – 15 selezionati tra le opere conservate nella Pinacoteca tortonese, da vent’anni sede della collezione della Fondazione della Cassa di Risparmio di Tortona, e 15 scelte tra quelle esposte nella Galleria d’Arte Moderna di Milano, dove nel corso degli anni importanti mostre sono state dedicate agli artisti che sperimentarono e condivisero il divisionismo.

Divisionismo. 2 collezioni vuole mettere a fuoco le differenti evoluzioni tecniche, le sperimentazioni sulla luce e sulla materia e le declinazioni tematiche che spingono a parlare di “divisionismi”.

Tra Milano e Tortona

Se Milano è stata una città chiave per il Divisionismo poiché qui si formarono diversi pittori che nella vita della metropoli trovarono ispirazione per opere di denuncia sociale, esposte per la prima volta alla Triennale di Brera del 1891, Tortona accoglie diversi capolavori di Pellizza da Volpedo, uno dei massimi autori divisionisti, che con il suo Quarto stato, esposto all’ingresso del Museo del ‘900 in piazza del Duomo, in modo che tutti possano vederlo liberamente, ha realizzato un’icona intramontabile del nostro tempo, riproposta in infinite interpretazioni.

Divisionismo. 2 collezioni: le sezioni della mostra

Le opere sono ordinate in cinque sezioni tematiche che mettono a fuoco i temi e gli elementi stilistici propri del divisionismo, proponendo i suoi maggiori protagonisti.

1. La Scapigliatura: nuove sperimentazioni tecniche

Nelle opere di Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, primi e massimi protagonisti della Scapigliatura lombarda, gli accostamenti cromatici anticipano le sperimentazioni divisioniste.

I soggetti richiamo il gusto tardo romantico che reinterpreta e attualizza il medio evo, come in “Penombre” di Gaetano Previati, dove le figure abbracciate dei due amanti emergono dal buio attraverso la stesura del colore che si spezza nella vetrata di sfondo, richiamando il modellato scabro degli scultori.

2. Paesaggi. La natura il simbolo

Nella pittura di paesaggio si sperimenta l’accostamento di colori puri sulla tela.

Giovanni Segantini, Emilio Longoni e Carlo Fornara salgono in montagna e dipingono in alta quota, in una ricerca che trascende la luce e il colore per ritrovare l’armonia tra l’uomo e la natura incontaminata.

“Il ponte” è uno dei vertici delle ricerche sulla rappresentazione dei fenomeni naturali di Giuseppe Pellizza: nella grande tela il ponte si staglia maestoso sul Curone con la forza del simbolo. Nella sala anche il busto di Paolo Troubetzkoy che ritrae Giovanni Segantini.

3. Pittura sociale e Realismi

Le tele ambientate a Milano e a Genova, a fine ‘800 in piena crescita industriale, ritraggono con efficacia il mondo del lavoro e le trasformazioni e le innovazioni introdotte sul piano urbanistico e sociale. In esse si coglie sia il progresso economico e industriale che la presenza di vecchie e nuove situazioni di povertà e emarginazione.

Ammiriamo il capolavoro di Plinio Nomellini, “Piazza Caricamento a Genova”, rappresentazione di assoluto verismo dei lavoratori del porto, e le tele di Giovanni Sottocornola che ritrae con vivacità di colori “L’uscita delle operaie dallo stabilimento Pirelli”, mentre rende con straordinaria perizia le luci dei lampioni che a mala pena illuminano la buia “Alba dell’operaio”.

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Accanto la sfolgorante figura di una bambina en plein air di Emilio Longoni denuncia il lavoro minorile, mentre gli interni di Angelo Morbelli e di Attilio Pusterla fissano in crude istantanee gli ospiti delle mense per i poveri e del Pio albergo Trivulzio, ricoveri per emarginati e vecchi.

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Nel mezzo “L’Ave Maria”, scultura di Giulio Branca, commuove per intensità.

4.Il pastello divisionista

Due opere documentano l’uso del pastello in ambito divisionista: “Maria Maddalena” ai piedi della croce di Emilio Longoni e “Lagrime” di Giuseppe Mentessi, in cui si esprime l’ intensa partecipazione a un episodio della repressione dei moti popolari di Milano del maggio 1898.

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5. La nuova generazione

Nel primo decennio del Novecento altri artisti applicano il divisionismo alle sperimentazioni di una nuova pittura d’avanguardia.

Giacomo Balla, Umberto Boccioni e Plinio Nomellini aprono il passaggio al futurismo. “Il Profumo” di Leonardo Bistolfi è la splendida scultura che conclude il percorso, esempio del gusto simbolista e del raffinato decorativismo di quegli anni.

In occasione della mostra, la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona pubblica Album del Divisionismo «Mais d’abord que sont ces ‘divisionnistes’?» di Giovanna Ginex, in uscita in libreria per Electa.

DIVISIONISMO. 2 COLLEZIONI
Fino al 6 marzo 2022
GAM | Galleria d’Arte Moderna di Milano
Via Palestro 16 – 20121 Milano
www.gam-milano.com
c.gam@comune.milano.it | Ph. +39 02 884 45943