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Fede Galizia, la mirabile pittoressa: al Castello del Buonconsiglio

La prima mostra monografica dell’artista, protagonista della pittura al femminile

Fede Galizia, la mirabile pittoressa: la prima mostra monografica dell’artista al Castello del Buonconsiglio di Trento. Fino al 25 ottobre.

Il Castello del Buonconsiglio di Trento espone ottanta  dipinti, disegni, incisioni di Fede Galizia, accanto a opere del padre e di altre artiste e artisti coevi.

L’originale allestimento in capsule argentee e sinuose ci introduce alla poetica dell’artista, nata e vissuta a Milano tra ‘500 e ‘600 al tempo della peste di san Carlo, proprio quella narrata nei Promessi sposi, tra Controriforma e dominio spagnolo.

Restano incerti luoghi e date di nascita e morte, avvenuta forse a Trento, città originaria del padre, ma Fede Galizia è sicuramente  una delle grandi  protagoniste della pittura ‘al femminile”’  che abbiamo ammirato  anche nell’eccezionale mostra da poco conclusasi a Palazzo Reale: Le Signore dell’arte.

Il periodo barocco è quello in cui diverse artiste riuscirono a superare la tradizione patriarcale e l’esclusione dalle accademie, che le relegava in un ruolo subalterno e opaco, riuscendo a diventare protagoniste dell’attività di bottega e essendo richieste in tutta Europa.

Distingue Fede Galizia il fatto che, contrariamente a tante altre artiste, si mantiene sempre libera di stato, senza marito e né figli, scelta inconsueta per il suo tempo.

Fede Galizia e l’attività di bottega a Milano

A Milano Fede Galizia lavora  intensamente nella  bottega del padre Nunzio, di cui si ammira in mostra una veduta prospettica della città, eseguita con tecnica all’epoca d’avanguardia, dove si vedono anche le baracche degli appestati poste al di fuori delle mura per non estendere il contagio.

Nunzio opera in diversi campi, tra cui quello del settore suntuario, producendo abiti, ventagli, accessori di lusso,  ideando anche preziosi  costumi per i sontuosi spettacoli che allietavano la città.

In mostra sono proposti i disegni originali e le realizzazioni in carta dei magnifici bozzetti.

Miniature e ritrattistica. 

Nella loro bottega i Galizia producono miniature e ritratti, richiesti dai personaggi più prestigiosi del tempo, come il  protofisico Ludovico Settala,  il medico della peste, e il letterato gesuita Paolo Morigia, che Fede ritrae con minuzia e perspicace analisi fisiognomica in un’opera prestata dall’Ambrosiana.

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Tra i quadri in mostra spicca il San Carlo in processione con il sacro chiodo per intercedere contro la peste.

Con uno stile legato al Manierismo emiliano-lombardo, Fede, attenta conoscitrice della pittura del suo tempo, riesce  a farsi apprezzare  grazie a un’abile politica di relazioni e conoscenze,  essendo tra le prime a firmare le sue opere.

Fede – un nome programmatico per l’Europa della Controriforma, di cui Trento è uno dei centri essendo sede del Concilio – ottiene un successo straordinario tra i committenti dell’epoca, tanto che alcune sue opere raggiungono, grazie alla mediazione di Arcimboldo, la corte imperiale di Rodolfo II d’Asburgo.

Nature morte e opere d’altare

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Molto richieste sono anche le nature morte – la vita silente – che mostrano grande perizia nella resa degli oggetti, che immersi in un’atmosfera rarefatta esprimono significati simbolici e morali.

Il modello di riferimento è la Canestra di frutta di Caravaggio, vista a Milano.

Riprodotti con dense pennellate e tocchi di ombra e luce, i frutti sfiorati da insetti sono al contempo realistici e simboli della caducità dell’esistenza.

E’ stato questo filone a catalizzare su Fede Galizia l’attenzione dei critici.

Giuditta e Oloferne. 

Fede fu la prima pittrice ad affrontare il tema di Giuditta e Oloferne, riproposto in ben sette opere, di cui sei raccolte in mostra, distinte da minime variazioni, dove prevale la grazia femminile nelle magnifiche vesti e nei gioielli della protagonista, a scapito della drammaticità della scena, su cui punta invece Artemisia Gentileschi.

Raffinatissima anche  la Maddalena del Noli me tangere, tra naturalismo e religiosità controriformista.

Per i quadri  e le pale d’altare, commissioni di alto prestigio, Fede prende spunti da Parmigianino e Correggio, facendo ricorso alla sua ampia preparazione artistica.

Fede Galizia in letteratura

Numerose testimonianze letterarie  celebrano, in versi e in prosa, le doti di Fede Galizia; ne verrà dato conto nel catalogo di prossima pubblicazione.

Anna Banti le dedica alcune pagine in “Quando anche le donne si misero a dipingere”.

Uno dei testi più recenti in cui compare come personaggio storico è il romanzo “Io sono la strega”, di Marina Marazza, dove vediamo la pittoressa all’opera a Milano e poi la ritroviamo proprio a Trento, dove si svolge l’epilogo: sarà proprio Fede a restituire alla strega la sua dignità e l’amore di un figlio perduto.

Curata da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, la mostra analizza attraverso le opere le ragioni del successo della pittoressa, chiedendosi quanto sia stata condizionata dal suo essere donna e seguendo l’apprezzamento della sua opera dal Rinascimento a oggi.

Fino a ottobre avete l’occasione di incontrare “Fede Galizia, la mirabile pittoressa” al Castello del Buonconsiglio di Trento

www.buonconsiglio.it

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