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Impressionismo e avanguardie: da Philadelphia a Milano

A Palazzo Reale il collezionismo del Philadelphia Museum of Art

Impressionismo e avanguardie: da Philadelphia a Milano.

La magnifica location di Palazzo Reale – dall’8 marzo al 2 settembre 2018- ha aperto al pubblico la mostra Impressionismo e Avanguardie, Capolavori dal Philadelphia Museum of Art.

Milano si apre di nuovo al mondo, in connessione con una delle città più importanti degli Stati Uniti, Philadelphia. Si tratta, infatti, di una città dinamica, dedita alle relazioni industriali e commerciali, ma al tempo stesso anche la capitale del collezionismo artistico statunitense. Il Philadelphia Museum of Art – retto per trent’anni da Fiske Kimball (dal 1925)- è un museo originale, in grado di donare al visitatore un’esperienza storica di ogni forma d’arte. Palazzo Reale ospiterà così una selezione di 50 capolavori che vantano le migliori firme dell’Impressionismo e del Postimpressionismo: nomi indelebili nell’ambito della storia dell’arte, quali Cezanne, Manet, Monet, Gegas, Renoir e Pizarro.

Queste meravigliose opere si trovano all’interno di un percorso affascinante.

Si comincia dai paesaggi luminosi testimoni della tecnica dell’en plein air. La decisione di rappresentare la natura ‘dal vivo’ è una conquista innovativa dei pittori impressionisti. Si evade dagli spazi chiusi degli atelier – i quali offrono un’atmosfera perlopiù informale- per dipingere nei parchi o nei boschi costeggiati dalla Senna oppure nei dintorni rurali di Parigi. Prende vita così una pittura fresca e spontanea, dove i colori e le luci sono colti nel modo più naturale. Come scriveva del resto Manet: ‘L’arte è un’armonia in parallelo con la natura’ .

Successivamente si passa ai sentimenti emanati dai volti dei ritratti.

La ragazza con gorgiera rossa di Renoir o Il ritratto di bambina di Berthe Morisot sono solo alcuni esempi. Non si può dimenticare l’originalità dell’esperienza artistica di Gauguin e Van Gogh. Entrambi hanno tentato di superare l’attimo della sensazione introspettiva, per andare alla ricerca di un’espressione più profonda. Ci si allontana così dall’osservazione della realtà, usando tinte innaturali o pennellate più intense. Non c’è Impressionismo che non raffiguri la Parigi ‘dei grandi boulevards’. Nella dinamica delle avanguardie, la capitale francese gioca un ruolo determinante. I caffè del Quartier Latin, così come i laboratori di Montmartre e Montparnasse sono il teatro di straordinarie novità.

Passando attraverso le diverse collezioni – Cassatt, White, Stern ed Arensberg – l’itinerario termina con l’emergere del movimento del Surrealismo e del Simbolismo. Sono quindi presenti anche opere di Mirò, Dalì, Tanguy e Brancusi. Alla fine della Grande Guerra, le vie di fuga dell’irrazionale, della dimensione onirica, delle libere associazioni e dell’imprevedibilità dei meccanismi del pensiero serviranno a sfuggire alla drammatica situazione di una società distrutta e dissociata. Nonostante Parigi continui ad essere un punto di riferimento , si parte verso la propria dimensione interiore per penetrare nel senso della realtà attraverso la ‘semplicità’.

Impressionismo e avanguardie: capolavori dal Philadelphia Museum of Art. Milano, Palazzo Reale, piazza Duomo 12. 8 marzo-2 settembre 2018  www.impressionismoeavanguardie.it