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Bellezza,  Home,  Skin Care

La Prairie Luxury House: la terapia cellulare dal 1931 al futuro

Proseguire nella ricerca scientifica e promuovere l’arte

La Prairie Luxury House: la casa della terapia cellulare: quando dietro l’eccellenza c’è una bella storia di passione, umanità, etica e… arte!

Il marchio La Prairie non ha certo bisogno di presentazioni ed è conosciuto in tutto il mondo per la qualità dei suoi prodotti di alta gamma, ma non tutti, forse, conoscono la sua genesi, dovuta al giovane medico svizzero Paul Niehans.

Egli, passeggiando lungo le sponde del lago Lemano, rifletteva sulle tematiche che lo appassionavano: la vita del corpo vivente e dello spirito e la questione dell’anima.

La Prairie e il sogno del suo fondatore: fermare il tempo

All’inizio degli anni venti, Niehans, affermato chirurgo a Montreux, unì e armonizzò le conoscenze su astri, scienza e filosofia e, ispirato dalla natura e stimolato da una considerevole cultura, ideò la terapia cellulare realizzando un sogno senza tempo “Non solo aggiungere anni alla vita, ma aggiungere vita agli anni“.

Egli, infatti, si rese conto che le cellule morivano molto più velocemente del resto dell’organismo ed ebbe un’intuizione geniale: usare cellule fresche per riparare quelle danneggiate, rigenerare il simile con il simile.

Quest’operazione, in un organo malato o indebolito, innescava il miracoloso processo di rivitalizzazione e rigenerazione e i risultati ottenuti con la terapia cellulare furono sorprendenti tanto che, in diversi anni, più di cinquemila pazienti beneficiarono dei trattamenti del dottor Niehans.

Prairie Luxury House e Clinique La Prairie

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Clinique La Prairie divenne così un luogo unico e appartato dove il segreto del ringiovanimento era ben custodito e solo pochi eletti avevano accesso a questo luogo riservato, ma un evento su tutti gli altri conferì alla clinica e al suo medico un’aura seducente.

Questo evento fu la guarigione di Papa Pio XII

che pose Niehans sotto i riflettori del mondo

e la sua fama assunse una dimensione internazionale.

Capi di stato e reali si recavano a Montreux per riposare e ringiovanire, ma era con artisti, autori, musicisti e attori che il medico si sentiva più a suo agio: Georges Braque e Pablo Picasso, Noel Coward e Somerset Maugham, Miles Davis e Igor Stravinsky, Marlene Dietrich e Greta Garbo.

Di conseguenza, la clinica divenne il centro di un’effervescenza artistica che piaceva particolarmente al dottor Niehans.

La Prairie Luxury House, Skin Caviar e oltre

Alla sua morte, nel 1971, egli lasciò in eredità ai suoi successori alla Clinique La Prairie un tesoro di conoscenze mediche e di ringiovanimento uniche; uno dei suoi ultimi sviluppi era una crema topica offerta agli ospiti alla loro partenza dalla clinica.

Fu sviluppato, quindi, un regime completo di cura della pelle come una nuova vocazione e nacque così il marchio di alta cosmesi La Prairie.

Skin Caviar, The Radiance Collection e, poco dopo, Platinum Rare Cellular Cream La Prairie,  hanno dato vita a una rivoluzione nel mondo della cura della pelle: 90 anni di scienza cellulare svizzera valorizzata da ingredienti preziosi: caviale svizzero, platino eterno, oro splendente, a perpetuare l’eredità di Niehans.

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Nel perseguire la filosofia del suo fondatore, La Prairie, riconoscendo che una mente aperta, uno spirito che accoglie il lato emotivo, il trascendentale, è veramente libera di esplorare, ha perciò deciso di coinvolgere nei suoi progetti i più importanti pensatori del mondo della scienza e dell’arte.

La Prairie: promuovere l’arte, preservare la natura

Nasce dunque l’audace estetica del design, espressa nelle confezioni senza tempo di La Prairie, concepita nello spirito del Bauhaus e del Minimalismo che oggi crea nuove connessioni con il mondo dell’arte, appoggiando esposizioni, mostre, istituzioni culturali, artisti affermati, talenti emergenti.

La Prairie, infatti, ha stretto collaborazioni con Art Basel, la principale fiera d’arte contemporanea del mondo; con la West Bund Art & Design Fair di Shanghai; con la Frieze Art Fair; ma anche dando carta bianca ad artisti come Mario Botta (Svizzera), Chul-Hyun Ahn (Corea), Pablo Valbuena (Spagna) e Carla Chan (Hong Kong) per opere d’arte che sono allo stesso tempo intime e universali, autentiche e memorabili.

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La Prairie ha anche riconosciuto il patrocinio per due anni al Piet Mondrian Conservation Project della Fondation Beyeler, l’iconica istituzione culturale svizzera, e alla più importante mostra retrospettiva statunitense di Niki de Saint Phalle al MoMA PS1 di New York.

La Maison conduce, dunque, chi entra nel suo mondo in un luogo dove il tempo si ferma, dove la bellezza, come l’arte, trascende i secoli… eternando così la filosofia del suo fondatore!

laprairie.com/it