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Sessuologia

L’autoerotismo al femminile: il piacere che fa bene

Una pratica sessuale che non è ‘quasi’ più un tabù

Betty Dodson, storica sessuologa americana che aprì la strada al movimento femminista a favore del sesso, disse a proposito de l’autoerotismo: “Gli amori vanno e vengono, ma tu puoi mantenere un costante idillio con te stessa”. Partendo da una necessaria autostima, ovviamente, si può citare anche un noto aforisma di Woody Allen: “la masturbazione è fare sesso con qualcuno che ami” (dal suo film-cult ‘Io e Annie’).

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Io e Annie – Woody Allen

Sdoganiamola, dopo anni di buio, soprattutto per il genere femminile che è stato, a questo proposito, condotto a provare paura, vergogna e senso di colpa se ‘osava’ masturbarsi. Un tempo era normale affermare che i ragazzi si masturbano anche se si accompagnava questo dato reale con un corollario di stupidaggini al riguardo: che la pratica masturbatoria faceva cadere i capelli o rendere impotenti e sterili. Ma i ragazzi lo hanno sempre fatto lo stesso.

La masturbazione era cosa da uomini. Di fatto sembra esserlo anche oggi. Si parla pochissimo di masturbazione femminile e, quando se ne parla, lo si fa ancora come se fosse qualcosa di scomodo” sottolinea Sylvia de Béjar, scrittrice spagnola nel saggio ‘Il piacere è tutto mio’ (edizioni Tea).

Ma negli ultimi tempi, finalmente, se ne parla più spesso, soprattutto sui social, grazie anche a dichiarazioni di attrici e influencer che affermano di praticarla.

L’autoerotismo: effetti positivi psico-fisici

In qualunque modo lo si faccia – con le dita, con ‘dildo’ (oggetti di vario tipo, misure e materiali) o vibratori a pile (che come dice la parola vibrano) oppure con altri sex toys, con il getto della doccia, o con altro ancora – l’autoerotismo, oltre ovviamente a procurare l’orgasmo – ha vari effetti positivi.

Aiuta a dormire prima e meglio, riduce l’ansia e il senso di solitudine, migliora l’umore e attenua i dolori mestruali. E, importante, la masturbazione si può praticare sino a tarda età.

Tra l’altro, quando con il passare degli anni si verifica una atrofia vulvo-vaginale – disturbo molto diffuso nelle donne dopo la menopausa (perché si interrompe lo stimolo ormonale proveniente dalle ovaie), con il tempo arriva ad interessare anche la vescica, provocando incontinenza.

L’autoerotismo aiuta anche a risolvere questi problemi perché serve a rinforzare la muscolatura pelvica, soprattutto utilizzando un piccolo vibratore, meglio se con un lubrificante. La pratica aiuta a combattere l’incontinenza e la mancanza di elasticità delle pareti vaginali, producendo una ginnastica locale, anche grazie alle contrazioni provocate dal piacere.

Praticato in coppia, stimola le fantasie erotiche e aiuta a mantenere vivace la vita sessuale in due, accompagnata dalla penetrazione o sostituendola. Ma non deve diventare ossessiva e surrogare altre attività erotiche tra i partner, a meno che non esistano problemi a carico degli organi genitali che impediscano la penetrazione.

Se desiderate chiarimenti su problemi di natura sessuale (maschile o femminile) potete scrivere alla dottoressa Bettelli Lelio a: cbchiachia7@gmail.com  

credito immagine di copertina @pexels-jill-burrow-

Assistente psicologa, direttore di psicodramma moreniano e counselor in sessuologia clinica di FISS (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica), è giornalista professionista nell’area del benessere psico-fisico. E’ esperta in consulenze su difficoltà individuali e di coppia riferite a disturbi psico-sessuali o a problemi relazionali.