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Milano da Romantica a Scapigliata – al Castello di Novara

Milano da Romantica a Scapigliata è la nuova grande mostra al Castello Visconteo Sforzesco di Novara – fino al 12 marzo 2023

“Milano da Romantica a Scapigliata” racconta, attraverso il filtro visivo di grandi artisti, la continua trasformazione che ha portato la capitale lombarda ad essere il centro dinamico e proiettato verso il futuro che è oggi a livello internazionale, sul piano artistico, culturale, sociale ed economico.

L’associazione “Mets Percorsi d’arte” ha realizzato un suggestivo viaggio nel tempo attraverso l’opera di grandi artisti dell’800 lombardo: oltre 70 capolavori eseguiti dai maggiori protagonisti dell’arte ottocentesca attivi a Milano ne raccontano i mutamenti.

Siamo nell’epoca della caduta del Regno napoleonico d’Italia cui segue la costituzione del Regno Lombardo Veneto sotto la dominazione austriaca, contro la quale si organizzano le prime rivolte popolari e le guerre d’indipendenza che nel 1859 avrebbero portato alla liberazione.

Milano da Romantica a Scapigliata: il percorso espositivo

Nei quadri vediamo la città che via via si trasforma, pur mantenendo la sua fisionomia di base che fa capo al Duomo.

La grande cattedrale compare tra le quinte del Coperto dei Figini e tra le case ottocentesche poi scomparse per far posto alla Galleria Vittorio Emanuele e al sagrato.

La città si mostra nel suo aspetto culturalmente più vivace, con la sua borghesia facoltosa ed elegante, frequentata da viaggiatori stranieri.

Ma nelle tele dei pittori si racconta pure la vita dei ceti popolari, artigiani, commercianti, lavoratori; e l’attenzione va anche alla parte più povera della popolazione che vive di elemosina.

Il percorso espositivo, concepito dalla curatrice Elisabetta Chiodini coadiuvata da un Comitato scientifico, si apre con una grande tela di Francesco Hayez.

Del caposcuola del romanticismo lombardo, maestro di generazioni di artisti all’Accademia di Brera, è in mostra I Lambertazzi e i Geremei, tragica storia di amore e morte di due giovani appartenenti a famiglie rivali nella Bologna tormentata dalle lotte tra Guelfi e Ghibellini.

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Hayez Imelda de’ Lambertazzi,

Seguono le sezioni che ci conducono attraverso la città, tra piazzette, vicoli, chiese e mercati o lungo i navigli, a incontrare i suoi abitanti, famosi o anonimi, privilegiati o nella miseria più nera, adolescenti che si affacciano alla vita e personaggi famosi o che lo saranno.

Percorso attraverso le sezioni

Sezione I – “Pittura urbana” nella Milano romantica

Vediamo l’evoluzione del paesaggio urbano in epoca romantica attraverso alcuni dipinti quali la Veduta di Piazza del Duomo in Milano di Migliara, la Veduta del canale Naviglio presa sul ponte di San Marco di Giuseppe Canella, La colonna di San Martiniano al Verziere con neve cadente, con lo straordinario effetto-neve realizzato da Inganni.

Sezione II – I protagonisti

Tra “ritratti ambientati” e le scene di genere di Giuseppe Molteni incontriamo Alessandro Manzoni e una maternità laica di grande pathos di Francesco Hayez il Ritratto della contessa Teresa Zumali Marsili con il figlio Giuseppe.

E poi le opere del Piccio, compreso il suo autoritratto.

E i fratelli Domenico e Gerolamo Induno, grandi narratori della storia degli umili e delle battaglie garibaldine, essendo stato Gerolamo uno dei pittori-soldato che le hanno vissute sul campo di battaglia.

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Induno Gerolamo La fidanzata del garibaldino

Sezione III – Milano, da austriaca a liberata.

Qui si raccontano le Cinque giornate di Milano del marzo 1848, dalle barricate, agli episodi di saccheggio ai festeggiamenti per la cacciata degli austriaci. Tra i capolavori Le barricate a Porta Tosa, di Carlo Canella.

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Carlo Canella Porta Tosa in Milano (il 22 marzo 1848)

Sezione IV – La Storia narrata dalla parte del popolo.

È tutta dedicata ai lavori dei fratelli milanesi Domenico e Gerolamo Induno, autori amatissimi sia dalla critica che dal pubblico. Le loro tele raccontano la vita quotidiana, i drammi e le difficoltà, le piccole gioie. Tra le opere esposte  il celeberrimo Pane e lacrime, di Domenico Induno.

Sezione V – Verso il rinnovamento del linguaggio: dal disegno al colore.

Il rinnovamento del linguaggio pittorico emerge nelle opere di Eleuterio Pagliano, Federico Faruffini, Filippo Carcano, allievo ribelle di Hayez, alla ricerca di un linguaggio che rappresentasse il “vero” come nel magnifico Giardino con effetto di sole.

Sezione VI – “Il sistema di Filippo Carcano. La pittura scombiccherata e impiastricciata”

Così erano definite le sperimentazioni di luce e colori di Filippo Carcano, considerate dalla critica “una pittura filacciosa, senza contorni di sorta, quasi senza piani e senza prospettiva”, apprezzate invece con entusiasmo da altri giovani artisti. Tra le loro opere il bellissimo olio Viale delle balie di Vespasiano Bignami.

Sezione VII – Verso la Scapigliatura

Delicate opere di Tranquillo Cremona e di Daniele Ranzoni fanno da passaggio verso la Scapigliatura.

Sezione VIII – L’affermazione e il trionfo del linguaggio scapigliato

Ed eccoli i capolavori scapigliati: al centro finalmente riunite Melodia e In ascolto, due straordinarie tele eseguite da Cremona; oltre a intensi ritratti eseguiti da Ranzoni, come lo splendido Giovinetta inglese. Da segnalare anche la scultura in gesso di Giuseppe Grandi Beethoven giovinetto.

Daniele Ranzoni Giovinetta inglese,

Uscendo dalla mostra, ricordare di ammirare la guglia della Cupola di San Gaudenzio, costruita da Alessandro Antonelli, l’architetto della Mole Antonelliana, che dai suoi 121 metri svetta sulla città.

Per informazioni www.metsarte.it