Paolo Cognetti racconta “Fiore mio” il suo film documentario
Protagonista il Monte Rosa, al cinema il 26-27-28 novembre
Il primo film scritto, diretto e interpretato da Paolo Cognetti è Fiore Mio.“Questo film non parla di come possiamo salvare la montagna. Parla di come la montagna potrebbe salvare noi” scrive l’autore.
La montagna bisogna sentirla, perdersi dentro. Questo basta per capire il film documentario “Fiore Mio” dello scrittore e regista Paolo Cognetti, selezionato al 77 Locarno Film Festival, in uscita nei cinema il 26-27-28 novembre . La montagna protagonista è il Monte Rosa.
Nell’estate del 2022 per la prima volta Paolo Cognetti vede l’esaurimento della sorgente della sua casa a Estoul, piccolo borgo posto a 1700 metri di quota che sovrasta la vallata di Brusson. Da qui l’idea di voler raccontare la bellezza dei paesaggi e dei ghiacciai ormai destinati a sparire o cambiare per sempre a causa del cambiamento climatico.
Eccolo allora raccontare la sua montagna.
Nel suo viaggio non è solo, con lui ci sono il suo cane Laki, inseparabile compagno di camminate, il direttore della fotografia Ruben Impens (conosciuto sul set delle Le otto montagne e che firma anche la fotografia di Fiore Mio) e le persone incontrate durante questo viaggio.
Fiore Mio: gli amici che accompagnano Paolo Cognetti
Con lui anche l’amico di una vita Remigio, nato e cresciuto in val d’Ayas, di cui conosce ogni luogo e custodisce la memoria; Arturo Squinobal, una vita dedicata alle montagne, l’uomo che ha portato Paolo sul ghiacciaio per la prima volta e ancora oggi, a 80 anni, continua a esplorare il suo ghiacciaio, a orientarsi con l’aiuto degli stambecchi.
Arturo e suo fratello Oreste sono due alpinisti che, tra le varie imprese, hanno aperto vie invernali sul Bianco e sul Cervino. Oggi Oreste non c’è più, ma Arturo e la figlia Marta hanno costruito in sua memoria l’Orestes Hutte, il primo e unico rifugio vegano delle Alpi (2600 m).
Ci sono poi Corinne e Mia, che nei loro rifugi accolgono i viandanti con il sorriso caloroso di chi ama ciò che fa. Corinne la conosciamo al rifugio Quintino Sella (3600 m di altitudine), con lei lavora Sete, sherpa d’alta quota che si divide tra Italia e Nepal: vive qui in estate e inverno mentre in primavera e autunno fa la guida per i trekking in Himalaya.
Mia lavora da poco al rifugio Mezzalama (3036 m), ha 26 anni e il rifugio 89 e non è cambiato da allora. E’ antropologa e viaggiatrice, si sente un albero che cambia a ogni stagione ma non è ancora pronta a mettere radici.
Infine il cantautore Vasco Brondi, amico fraterno di Cognetti, autore dell’intera colonna sonora, appena uscita con il titolo “Ascoltare gli alberi”.
“Fiore mio”, la traccia presente nel finale del film e che ne ha ispirato il titolo, è invece una delle canzoni più popolari di Andrea Laszlo De Simone, premiato cantautore e musicista torinese.
Fiore Mio è prodotto da Samarcanda Film, Nexo Studios, Harald House e EDI Effetti Digitali Italiani con il sostegno della Film Commission Vallée d’Aoste e in collaborazione con Montura e Jeep, technical partner SONY, service di produzione L’Eubage.
Sarà distribuito nei cinema da Nexo Studios in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.
immagine di copertina ©DanieleMantione