Paolo Conte
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Paolo Conte: Vieni via con me, su una topolino amaranto…

Paolo Conte : il film di Giorgio Verdelli

Incontriamo Paolo Conte nel film Vieni via con me, che Giorgio Verdelli ha cucito su di lui esaltandone stile ed eleganza, tenera riservatezza e ironia, le qualità che caratterizzano uno dei massimi cantautori italiani.

Attraverso le sue canzoni famose, quelle che ha regalato ad altri interpreti e di cui poi si è riappropriato con interpretazioni suggestive e personalissime, ripercorriamo la storia musicale d’Italia dagli anni ’60 a oggi.

Ed è emozionante vedere i salti temporali nelle fattezze degli interpreti, mentre per le canzoni il tempo non passa e non ne scalfisce la bellezza.

Paolo Conte sulla Topolino amaranto

Paolo Conte
credit foto Giada Molinari

Filo conduttore dell’itinerario attraverso la musica e la poesia di Paolo Conte è la “topolino amaranto”, che in sequenze alternate a colori e in b/n è lo stesso artista a guidare sulle strade della campagna piemontese e nelle vie della sua città, Asti.

Paolo Conte si presenta e racconta la sua storia: dagli esordi come vibrafonista nei complessi messi su insieme al fratello alle due professioni diverse coltivate con amore e solo apparentemente inconciliabili.

“Sono solo l’avvocato difensore dell’identità delle mie canzoni”

Così si definisce l’artista, che sottolinea come si sia sempre considerato soprattutto un autore e come tale ha generosamente regalato i suoi pezzi – magnifici – ai grandi interpreti del suo tempo, primo fra tutto Enzo Jannacci, per lui il più grande. Ricordiamo “Messico e nuvole” o la straordinaria “Bartali”.

Stima ricambiata dal grande Enzo, che telefonando a casa Conte così si presentava con ironia: “C’è il poeta? Qui parla il genio.”, come ricorda il figlio Paolo.

E poi Celentano che ha reso famose “Azzurro” e “La coppia più bella del mondo”, di cui vediamo una dissacrante interpretazione insieme a Mina, Bruno Lauzi, Caterina Caselli; le reinterpretazioni dei suoi brani come la versione di Benigni di ”Vieni via con me” (già colonna sonora di Tu mi turbi), i Marlene Kuntz “Alle prese con una verde milonga”, il duetto con Jane Birkin, le interpretazioni in napoletano.

“…la sensualità delle vite disperate…”

Parole, versi e musiche di Paolo Conte hanno contribuito alla costruzione del nostro immaginario anche attraverso le interpretazioni “libere” che hanno dato gli amici, come Dalla e De Gregori, che Conte ha sempre accolto con grande apertura e autoironia.

Paolo Conte

D’altra parte lui stesso ricorda come sia diventato acclamato interprete quasi per caso, senza avere troppa considerazione dei propri mezzi canori.

Il regista ha potuto disporre del ricchissimo archivio personale di Conte e di registrazioni che ci hanno mostrato un giovanissimo e incontenibile Roberto Benigni, tanto colpito dalla bellezza della moglie di Paolo da proporre al club Tenco un pezzo speciale: “Mi piace la moglie di Paolo Conte”.

E ci sommerge la tenerezza di fronte alle immagini dei decenni passati, in cui vediamo alternarsi i giovani Conte, Jannacci, De Gregori, Celentano, Benigni, Arbore e altri, spesso in b/n, mentre poi via via le immagini a colori ci mostrano i segni del tempo sul viso e nei corpi, ma non nella voce, nell’arte e nella capacità comunicativa.

Attraverso interviste realizzate ad hoc e riprese dei tour internazionali Verdelli ripercorre una carriera unica e eccezionale.

La carrellata di testimonianze comprende Roberto Benigni, Vinicio Capossela, Caterina Caselli, Francesco De Gregori, Stefano Bollani, Giorgio Conte, Pupi Avati, Luisa Ranieri, Luca Zingaretti, Renzo Arbore, Paolo Jannacci, Vincenzo Mollica, Isabella Rossellini, Guido Harari, Cristiano Godano, Giovanni Veronesi, Lorenzo Jovanotti, Jane Birkin, Patrice Leconte, Peppe Servillo.

Paolo Conte ci parla con tenerezza e semplicità delle sue diverse passioni: prima di tutto il jazz, poi l’enigmistica, la pittura (come dimostra il progetto Razmataz), il diritto, il cinema (che influenza il suo linguaggio), parla con semplicità del suo straordinario successo nel mondo, a partire dai concerti all’Olimpia di Parigi, che lo resero una star internazionale, capace di dare l’illusione di vivere altre vite, con quella voce “un po’ così” e gli assoli al piano o di kazoo, come nel pezzo che dà il titolo al film.

Ci guida attraverso il tempo e sui palcoscenici del mondo la voce narrante di Luca Zingaretti.

Il regista Giorgio Verdelli è già stato autore di due raffinati ritratti: Pino Daniele – Il tempo resterà (2017, premiato con il Nastro d’argento) e Mia Martini – Fammi sentire bella (2019).

Paolo Conte, Vieni via con me è prodotto da Sudovest Produzioni, Indigo Film in collaborazione con Rai Cinema e distribuito da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio Capital, MYMovies.it, Rockol.it e con Concerto Music.

Nelle sale italiane solo il 28, 29, 30 settembre
Paolo Conte, Vieni via con me
di Giorgio Verdelli

crediti foto Daniele_Zedda