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“Parigi, tutto in una notte”: una commedia umana al pronto soccorso

“Parigi, tutto in una notte”: una commedia umana al pronto soccorso

Parigi, tutto in una notte”: in un affollatissimo pronto soccorso, dopo una manifestazione di protesta dei gilet gialli sugli Champs Élysées, si incontrano Raf e Yann.

Raf (Valeria Bruni Tedeschi) è una disegnatrice di fumetti in crisi per il minacciato abbandono della sua compagna; Yann (Pio Marmaï) è un camionista ferito negli scontri con la polizia.

Si trovano in mezzo a una varia umanità in preda a emergenze fisiche e mentali.

Le loro certezze e i loro pregiudizi saranno messi alla prova in una lunga notte.

“Parigi, tutto in una notte” (La fracture) racconta più di una frattura, secondo quanto segnala il titolo originale: la prima frattura che vediamo in scena è quella della coppia borghese di Raf e Julie, in cui si accenna anche alla frattura generazionale con un figlio adolescente, che scende in piazza e trascura le preoccupazioni materne.

Poi c’è la frattura del gomito di Raf, che la porta al pronto soccorso.

Quindi la frattura sociale e politica tra i manifestanti e il governo di Macron, tra la capitale e la provincia, tra i privilegiati e i dimenticati.

Poi c’è la frattura di cultura e di classe sociale tra i due personaggi principali, Raf e Yann, che si scontrano in vari battibecchi, ma che si alleano di fronte alle emergenze impreviste, come l’aiuto da dare a una partoriente.

Ciascuno vive le sue contraddizioni interiori, le scelte difficili, le aspirazioni fallite.

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Raf esprime istericamente la sua perenne insicurezza; Yann ha usato il camion per arrivare a Parigi senza autorizzazione, non ha nessuna ragazza e vive ancora con la madre, perché i soldi non bastano mai.

Ogni personaggio ha i suoi momenti di crisi: l’intellettuale progressista diffidente verso i manifestanti; il camionista arrabbiato che non può permettersi di perdere il lavoro.

Il vecchio compagno di liceo di Julie, sposato e con figlie, venuto a manifestare insieme a una giovane compagna per cui forse nutre un tenero sentimento; i medici e le infermiere che si rifiutano di dare alla polizia le generalità dei manifestanti venuti a farsi medicare.

Il cinema osserva questa commedia umana raccolta in un’unità di spazio e di tempo, che ci riporta, anche se il film è ambientato in un periodo antecedente, alla condizione che abbiamo vissuto durante le restrizioni imposte dalla pandemia, in cui tutti abbiamo messo al primo posto la tutela della salute.

Parigi tutto in una notte: approfondire, osservare, capire

E’ il compito che si pone la regista Catherine Corsini che mostra anche un’altra frattura: quella tra riflessione e superficialità, tra i discorsi complessi del cinema e quelli svuotati di senso degli slogan in cui si sfoga la rabbia qualunquista.

Nel micro-universo del pronto soccorso si delineano i rapporti di forza, le piccole resistenze e le grandi solidarietà della Francia di oggi, emergono le ragioni personali profonde, i drammi privati e collettivi. Il ritmo del film funziona, nonostante un eccesso di vicende sull’orlo della crisi.

Fuori, intanto, continuano gli scontri e arrivano fino all’ospedale,

dove il personale sanitario lavora

in condizioni di continua emergenza.

Tiene saldamente le fila dei diversi interventi Kim, l’infermiera di turno per la sesta notte consecutiva, che ha una bambina malata a casa, ma che sa sempre intervenire con competenza e umanità.

“Parigi, tutto in una notte”: una commedia umana al pronto soccorso

La interpreta Aissatou Diallo Sagna, un’attrice non professionista, in realtà un’assistente infermiera.

L’esperienza della regista

Era come se il film le avesse dato una promozione professionale!” – racconta la regista – “Ma al di là del suo ruolo mi ha sorpresa con la sua capacità di interpretazione. Ha imparato rapidamente a sentirsi a suo agio con gli altri attori e soprattutto è riuscita a dotare il suo personaggio di una rara umanità.

L’idea del film è nata da un ricovero al Pronto Soccorso dell’Ospedale Lariboisière.

Per tutta la notte ho seguito attentamente il modo in cui veniva gestita l’attività dell’ospedale” – ricorda Corsini – “ho osservato il personale stremato e schiacciato da un carico di lavoro eccessivo, … ho studiato i pazienti assembrati nella sala d’attesa, in shock, sconvolti, o bisognosi di qualcuno che li ascoltasse… Lo spazio confinato del pronto soccorso è una sorta di microcosmo in cui niente si ferma mai.

Per questo la camera a spalla è sempre in movimento. Anche le riprese in campo-controcampo tra Julie e Raf sdraiate sulla barella rendono il senso del movimento e la tensione per quello che sarebbe potuto succedere.

La drammaticità delle situazioni è temperata dall’umorismo, da scene da slapstick comedy, come le cadute ripetute di Raf dalla barella.

Per trovare il giusto equilibrio tra commedia e dramma umano e sociale, Corsini si è ispirata alle taglienti commedie politiche di Ken Loach, come Piovono pietre.

Parigi, tutto in una notte (La fracture) di Catherine Corsini. Con Valeria Bruni Tedeschi, Marina Foïs, Pio Marmaï, Aissatou Diallo Sagna.

Il film, distribuito da Academy Two, uscirà nelle sale giovedì 10 marzo