“Raffaello. 1520-1483” ora è anche virtuale
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“Raffaello. 1520-1483” ora è anche virtuale

cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio

“Raffaello. 1520-1483” ora è anche virtuale

La grande mostra delle Scuderie del Quirinale a Roma in onore di Raffaello nel cinquecentenario della morte è accessibile on line

Il 6 aprile 2020 si compiono cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio, straordinario pittore del Rinascimento.

Le Scuderie del Quirinale, in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi gli hanno dedicato la più vasta mostra mai realizzata in Italia, con opere in prestito dai più prestigiosi musei del mondo, dal Louvre al Prado, dalla National Gallery di Londra a quella di Washington.

La grande mostra-evento “Raffaello.1520-1483”, che pochi hanno avuto il privilegio di vedere dal vero, si può godere attraverso video-racconti, approfondimenti e incursioni nel backstage.

Una passeggiata in mostra

La visita virtuale ci conduce attraverso le sale delle Scuderie del Quirinale in un percorso a ritroso che si apre con l’eccezionale riproduzione in 3D e a grandezza naturale della tomba, che sta poco lontano, all’interno del Pantheon, monumento a lungo studiato e amato dall’artista come uno dei massimi modelli dell’antichità.

Raffaello moriva nel 1520 a soli 37 anni, interrompendo una carriera in pieno sviluppo e di enorme successo, ottenuto fin da quando ancora giovanissimo era stato invitato a Roma dal papa della Rovere per lavorare al cantiere di San Pietro, insieme ai massimi talenti del tempo, tra cui Michelangelo.

Si prosegue entrando nella sala dove si incontrano tre grandi protagonisti dell’epoca: lo stesso Raffaello che appare in un autoritratto dietro le spalle di un amico, Baldassarre Castiglione, autore del Cortigiano e grande amico dell’artista, e il papa Leone X, figlio di Lorenzo de’ Medici, ritratto in un tripudio di rossi e di porpora, con delicati e preziosi oggetti posti sul tavolo a testimoniare la raffinatezza della sua cultura e dei suoi gusti.

Dal papa vengono commissionati i cartoni degli arazzi dedicati alle storie dei santi Pietro e Paolo da disporre lungo le pareti nella cappella Sistina, che si collegano alla volta michelangiolesca.

Al centro in una teca sta la lettera che racconta l’interesse per il recupero e la conservazione dell’antico. Allo studio di resti degli edifici romani si ispirano i progetti architettonici, tra cui villa Medici a Monte Mario e le grottesche, le decorazioni scoperte negli scavi sul colle Oppio che permettono di penetrare sotto le volte della Domus Aurea di Nerone.

In opere di eccezionale delicatezza il pittore propone la figura della vergine e del bambino, reinventando modelli classici.

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Altro grande mecenate di Raffaello è il banchiere Chigi che gli chiede di affrescare la sua villa oltre Tevere, oggi Farnesina, dove dipinge la straordinaria Galatea che sfugge al Polifemo di Sebastiano del Piombo.

Procedendo sempre a ritroso, si incontra Papa Giulio II, cui si deve il rinnovamento delle arti a Roma, che affida a Raffaello l’incarico di decorare le Stanze vaticane; in dieci anni di lavoro nasce, tra gli altri affreschi, la Scuola di Atene, con tutti i grandi filosofi dell’antichità e al centro Platone ed Aristotele; c’è anche Michelangelo seduto sulla scalinata.

I due grandi artisti si sono già incontrati a Firenze, dove Leonardo e Michelangelo avevano dipinto a gara la battaglia di Anghiari e quella di Cascina a Palazzo Vecchio. Raffaello vi giunge da Urbino nel 1504 per sviluppare la sua formazione, avviata nella città natale nella bottega del Perugino, dove peraltro ancora giovanissimo aveva già dipinto la Dama con il liocorno e il Sogno del cavaliere.

A questo periodo risale anche Lo sposalizio della vergine conservato a Brera.

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La bellezza femminile trionfa nei ritratti della sua donna,

La velata e la Fornarina.

Ce ne parla Melania Mazzucco in un altro video in cui si sofferma su alcune opere che analizza con grande capacità di penetrazione.

La mostra “Raffaello 1520 – 1483”, Mazzucco: “Il suo principale talento? Saper vivere”

Il percorso a ritroso si chiude con il famoso autoritratto di Raffaello che fissa il suo volto e la sua giovinezza per l’eternità, così come appare nelle parole del Vasari:Ma più di tutti il grazìosissimo Raffaello da Urbino, il quale studiando le fatiche de maestri vecchi e quelle de’ moderni, prese da tutti il meglio”

#RaffaelloOltreLaMostra e #RaffaelloInMostra sono gli hashtag delle iniziative che potranno essere seguite su Facebook, Instagram, Twitter e YouTube.

Altre opere di Raffaello si possono ammirare nel video di Sky Arte, media Partner della mostra che propone tre contributi tratti dal film “Raffaello – Il principe delle arti”, una produzione Sky e Magnitudo Film in collaborazione con i Musei Vaticani e distribuita da Nexo Digital: le Stanze di Raffaello, le Logge nel Palazzo Apostolico, dove si fondono l’Antico, la Natura e la Storia Sacra; il Trionfo di Galatea e la Loggia di Psiche nella Villa Farnesina, commissionate dal Agostino Chigi in omaggio all’amata Francesca Ordeaschi.

Raffaello Principe delle arti

Raffaello. 1520-1483 – fino al 02 giugno 2020 alle Scuderie del Quirinale – Roma