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Realismo magico. Uno stile italiano. In mostra a Palazzo Reale

Arte in una atmosfera insieme irreale e reale

Realismo magico. Uno stile italiano. E’ una splendida mostra al Palazzo Reale di Milano, fino al 27 febbraio 2022, per immergersi in un’atmosfera irreale e reale insieme.

Precisione realistica di contorni, solidità di materia ben poggiata sul suolo; e intorno come un’atmosfera di magia che faccia sentire, traverso un’inquietudine intensa, quasi un’altra dimensione in cui la vita nostra si proietta…”

Quello che scrive Massimo Bontempelli nel 1928, a distanza di quasi un secolo, indica ancora con sintesi efficace l’effetto straordinario che le opere esposte a Palazzo Reale provocano in chi le guarda: pare ci guardino e interroghino, con straordinaria vivacità e urgenza, in un’atmosfera irreale e reale insieme.

Irreale poiché provoca la rottura della dimensione consueta dello spazio e del tempo.

Reale perché le domande che le immagini rinviano dalla tela sono inquietanti, attuali e pertinenti.

Realismo magico: lo sguardo dei bambini

Colpisce l’efficace delle opere esposte nella sala dedicata ai ritratti di bambini, molti di Cagnaccio di San Pietro. In Bambini che giocano tre bimbi nella quotidianità della loro stanza ci appaiono isolati ciascuno nel suo mondo, esseri alieni ed estranei l’uno all’altro e ancor di più agli adulti assenti.

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L’impressione è quasi iperrealista per la resa plastica delle forme e dei colori.

Sono bambini misteriosi e riflessivi, come i bambini che crediamo di conoscere e di cui pensiamo spesso erroneamente che sia facile soddisfare i bisogni e rispondere agli interrogativi.

E invece restano misteriosi e insondabili, ma vivi e presenti. Le loro domande ineludibili.

Sono opere che generano sensazioni che rimandano a questi lunghi periodi di isolamento dovuti alla pandemia, di cui molto hanno sofferto i bambini, e ancora non si è analizzato e ragionato abbastanza su quanto questo abbia inciso in loro e sul loro futuro.

Realismo magico: arte tra le due guerre

La definizione Realismo Magico riguarda un momento dell’arte italiana circoscritto, nella fase più creativa ed originale, nei quindici anni tra il 1920 e il 1935, in cui si avvia il ritorno al mestiere della pittura, tra gusto déco e ricercato “arcaismo quattrocentesco”, creando ambigue atmosfere metafisico/realistiche.

Bontempelli, scrittore, giornalista e drammaturgo, ne sintetizza bene il carattere di innovazione e la capacità di elaborare una modalità espressiva che va al di là di futurismo e espressionismo, costruendo un’immagine ‘algida, tersa, spesso indagata nei più minuti dettagli, talmente realistica da rivelarsi inevitabilmente inquietante e straniante’ (G. Belli e V. Terraroli).

Il fenomeno di portata transnazionale venne studiato con acutezza critica e intelligente intuizione da Franz Roh, colui che nel 1925 definì questo stile Realismo Magico, formula ripresa nella sua perfetta semplicità dal titolo della mostra a Palazzo Reale, curata da Gabriella Belli e Valerio Terraroli.

A trent’anni di distanza dall’ultima mostra milanese sul tema, espone più di ottanta capolavori in un allestimento curato dallo Studio Mario Bellini con Raffaele Cipolletta.

La maggior parte delle opere vengono dalla collezione creata per iniziativa di Emilio Bertonati (1934-1981), che viene presentata integralmente per la prima volta a Milano, insieme ad opere provenienti da importanti collezioni e da Musei.

Il percorso della mostra

La mostra si apre con l’originalissimo Ritratto di Silvana Cenni del 1922 di Felice Casorati,  cui seguono le prime invenzioni metafisiche di Giorgio de Chirico, come L’autoritratto e L’ottobrata del 1924, Le figlie di Loth del 1919 di Carlo Carrà e i Giocatori di carte di Gino Severini.

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Tutte opere che declinano il “ritorno all’ordine”, ai modelli dell’arte del passato, da Giotto a Masaccio a Piero della Francesca.

Il visitatore incontra il realismo magico nei dipinti di Antonio Donghi, Ubaldo Oppi, Achille Funi, Mario e Edita Broglio, pittrice raffinata, e soprattutto nel capolavoro Dopo l’orgia di Cagnaccio di San Pietro. 

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E poi ancora nelle opere di Mario Sironi, di cui l’ Allieva viene per la prima volta messa a confronto con L’architetto, negli Gli Amanti di Arturo Martini e nella straordinaria Maternità di Achille Funi.

I “realisti magici” si incrociano con il gruppo milanese di “Novecento”, creato da Margherita Sarfatti, ma soprattutto con esperienze tedesche e austriache, trovando significative analogie con la Neue Sachlickheit (la Nuova Oggettività tedesca).

La mostra segue un duplice itinerario, accostando alla struttura cronologico-filologica – blocco portante del percorso – alcuni fuochi di lettura tematica: dal ritratto alla maternità ai bambini, dai nudi femminili e l’eros al paesaggio, alla natura morta, all’allegoria.

In tal modo il visitatore può cogliere con efficacia le novità interpretative con cui il Realismo Magico ha saputo rinnovare alcuni generi della tradizione pittorica.

Realismo magico ci immerge in un percorso di grande suggestione attraverso il dialogo con opere che guardiamo e che ci guardano.

Il catalogo della mostra “Realismo Magico. Uno stile italiano” è edito da 24 ORE Cultura e disponibile in vendita presso il bookshop della mostra, in tutte le librerie e online.

Realismo magico. Uno stile italiano. Palazzo Reale di Milano, fino al 27 febbraio 2022 www.palazzorealemilano.it