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Robbie Robertson e il New Messico: Showdown at Big Sky

Robbie Robertson ha ambientato il videoclip di Showdown at Big Sky

 Robbie Robertson: un videoclip girato a Sky City ovvero la Città del Cielo nel New Messico.  

Sky-City_New Messico-Acoma-Robbie Robertson

 Sky City ovvero la Città del Cielo, è il luogo incantato e sospeso nel tempo, dove nel 1987 Robbie Robertson ha ambientato il videoclip di Showdown at Big Sky, il suo esordio come solista.

Siamo in Mew Mexico, Stati Uniti. Abbiamo appena lasciato Albuquerque e stiamo viaggiando verso Ovest sull’Interstate 40. Percorsi un’ottantina di chilometri dovremo deviare a sinistra sulla strada che ci condurrà in un luogo a dir poco magico: Acoma Pueblo, the Sky City, la Città del Cielo, il più antico insediamento umano americano, abitato ininterrottamente dagli indiani Acoma da oltre 2.000 anni.

Il nome di Città del Cielo deriva dalla posizione occupata dalla città vecchia, costruita su una mesa (un altipiano) che domina un’immensa pianura semidesertica punteggiata di innumerevoli altre mesas disabitate. Sky-City_New Messico-Acoma-Robbie Robertson

Un panorama così vasto che lo sguardo non riesce nemmeno a coglierlo nella sua totalità.

Quasi certamente gli Acoma scelsero di insediarsi su questo spazio sopraelevato perché garantiva loro la possibilità di coltivare e cacciare nella pianura sottostante, stare più vicino agli dei ed essere al riparo da potenziali assalitori.

Il sentiero d’accesso, scavato nella roccia, angusto e ripido era facilmente difendibile e scoraggiava chiunque volesse percorrerlo senza il permesso degli abitanti. Inoltre le case sulla mesa sono tutte costruite in mattoni di fango o in adobe (impasto di fango e paglia) in modo da mimetizzarsi perfettamente con il panorama e risultare quindi praticamente invisibili.

Purtroppo tutto questo non ha protetto i Nativi  né dalla crudeltà dei Conquistadores spagnoli né dalla voracità dei coloni dell’epopea del West ma ha suscitato negli Acoma un attaccamento ed un orgoglio per la propria cultura tuttora custodita con impegno e passione.

Oggi nel territorio del pueblo (il villaggio), a poca distanza dalla città vecchia, sono stati costruiti un museo, un centro culturale, un hotel e persino un casinò. Tutti i proventi vengono destinati alla comunità che continua ad essere governata da un consiglio di anziani e da un capo villaggio che rappresenta anche l’autorità religiosa.

E’ in questo luogo incantato e sospeso nel tempo che nel 1987 Robbie Robertson ha ambientato il videoclip di Showdown at Big Sky, il suo esordio come solista. In realtà all’epoca Robertson era tutt’altro che un esordiente.

Un viaggio molto personale 

Per circa vent’anni era stato il chitarrista di The Band, il gruppo che accompagnava ogni esibizione dal vivo di Bob Dylan e successivamente si era dedicato alla composizione delle colonne sonore di film memorabili come Toro scatenato, Re per una notte, The Wolf of New York,  Fino alla fine del mondo, Ogni maledetta domenica e molti altri.

Grazie all’eccezionale reputazione artistica che si era saputo guadagnare nel corso degli anni, Robbie Robertson ha avuto la possibilità di avvalersi di collaboratori straordinari come Peter Gabriel, U2, Neville Brothers, Manu Katché, Tony Levin, Daniel Lanois ed i vecchi compagni di The Band per il suo primo album solista.

Un album che non a caso porta il suo nome perché si tratta del primo capitolo di un viaggio molto personale, epico e profondo, fino alle radici della sua vita, della sua memoria e della sua anima. Infatti, se il padre di Robertson era ebreo, la madre era un’indiana Mohawk e per i pellerossa la cultura si tramanda per via matrilineare.

Il viaggio non poteva quindi non partire da Acoma, uno spazio fisico ma anche spirituale, carico di suggestioni, ricordi, leggende, conflitti, misteri che Robbie Robertson ci invita ad avvicinare e che può solo affascinarci e travolgerci.