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Dress The Gap: collezione di NeuroFashion, psicologia della moda

Dress The Gap: collezione di NeuroFashion, psicologia della moda

Dress The Gap. In un mondo dove le garanzie di stile e di ordine vacillano, dove i luoghi e le culture diverse aumentano una realtà ormai frammentata, l’abito svolge una funzione degna di rilievo.

Dress The Gap e NeuroFashion colmano un vuoto.

L’abito, oltre a significare il simbolo dell’evoluzione culturale e del tipo di società che lo rappresenta, ne è al tempo stesso la sua identità, con il suo bisogno di appartenere e riconoscersi.

Per Chiara Salomone psicologa esperta di scienze cognitive ed appassionata di moda da sempre, non c’erano dubbi, questo era il vuoto da riempire, il divario tra quello che siamo e come ci percepiamo, lasciando andare il controllo, esprimendoci senza limiti, misure, costrizioni.

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Il progetto NeuroFashion per Chiara Salomone è quindi un valore,

uno spazio più ampio per poter dar vita

ad una comunità che si confronta e sperimenta.

In NeuroFashion c’è lo studio, l’etica, il pensiero che ha permesso la realizzazione della collezione. Vestiamo lo spirito ribelle delle persone, ma anche quello comprensivo, quello inclusivo. Abbiamo pensato ad abiti che si conformano al corpo e alla sua meravigliosa e perenne modificazione, l’obiettivo è quello di diventare il primo e-commerce di abiti basato sulla “Psicologia della moda”: “uno spazio in cui l’abito diventa strumento e messaggio di benessereafferma Chiara Salomone.

Dress The Gap: la collezione

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La collezione contiene tutti i principi e le conoscenze scientifiche per dare una risposta all’evoluzione di una tendenza che non vuole dare taglie, loghi, generi, stagionalità e occasioni d’uso.

Perché sostenibilità significa anche fare acquisti con ‘cervello’ ma che ci guidi nella consapevolezza che attraverso questi abiti vestiamo i corpi, gli diamo un habitat, un ambiente protetto dove vivere e quindi dove trasformarci.

Le proporzioni si allargano per liberare, per togliere i confini e lasciare esprimere ciò che siamo, la nostra immagine e chi vorremmo essere.

È un messaggio di accettazione e inclusività per cui la distanza non va nascosta, riempita o accorciata, non esibita ma attraversata.

Sono partita dall’idea di creare nuovi volumi al corpo senza legarlo, ho pensato di non sovvertire i codici vestimentari e di genere ma di ignorarli, io non li vedo e vorrei che fosse così anche per gli altri. Per noi non è importante mostrarci ma percepirci, ancora meglio se lo facciamo felici nei nostri abiti.” dice Chiara Salomone.

 Dress The Gap. Colori, modelli e tessuti

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Gli abiti diventano uno strumento su modelli ispirati a un guardaroba composto da elementi essenziali come il bianco e il nero. I colori delle cuciture (rosso, verde e blu) vengono usati per mettere in evidenza i contrasti dei tagli, a sottolineare le particolarità individuali, senza nascondere incoerenze e imperfezioni.

La collezione parte con una serie di look morbidi e oversize. Pantaloni con chiusure a scomparsa che riescono a dare una ricercatezza avant-garde, un po’ eighty.

Una chiusura che cambia sulla forma del corpo è una valore importante che vuole trasmettere Chiara Salomone, non solo come taglia no size ma come concetto di sostenibilità in tutte le sue forme, perché siamo un corpo vivo che cambia continuamente e non possiamo chiuderlo in una taglia.

Il tailoring dei capi spalla è urbano, ed evoca le silhouette squadrate anni ‘80 con blazer, maglie e t-shirt dalle spalle larghe e volumi ampi, niente che stringa il corpo ne lacci e ne cinture, ma lo lasciamo libero di muoversi. Quindi, T-shirt lunghe e corte, trench e pantaloni cargo in organza di seta, caban con zip con e senza maniche e leggins.

Dress The Gap. In tutti i capi l’etichetta è posta all’esterno.

L’impegno di Chiara Salomone è sottolineato anche dalla scelta di tessuti che provengono da una filiera etica. Solo materiale di origine vegetale, cotone, seta e modal ricavati da fonti rinnovabili e sostenibili.

Importanti le trasparenze date dall’organza di seta che giocano sull’effetto velato, con leggins che si intravedono, volutamente nascosto per essere mostrato.

www.modaepsiche.com

L’abito è qualcosa di più di un ‘vestire’. E’ un habitat ma anche specchio della società. E’ moda, cultura e può essere un modo per comunicare una scelta. Personale e collettiva. Che oggi non può prescindere dall’etica.