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Robert Doisneau e la poesia del quotidiano. Un maestro della fotografia

Robert Doisneau e la poesia del quotidiano. Un maestro della fotografia

Robert Doisneau: in mostra a Palazzo Roverella di Rovigo fino al 30 Gennaio 2022 l’arte del maestro della fotografia che ha raccontato per immagini la società parigina del Novecento.

Lo scatto più celebre è quel bacio scambiato con nonchalance tutta parigina nel 1950 davanti a l’Hotel de Ville da una giovane coppia indifferente alla folla dei passanti e al traffico.

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Robert Doisneau, Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau

Una foto che è entrata di diritto sul podio dei baci più belli della storia della fotografia e che ha assicurato all’artista, al pari di Henri Cartier-Bresson, la palma di uno dei padri fondatori della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada.

A lui, considerato uno dei maggiori fotografi del Novecento internazionale, è dedicata la grande retrospettiva allestita dal 23 settembre al 30 gennaio 2022 a Palazzo Roverella di Rovigo, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e curata da Gabriel Bauret.

Presenta 133 stampe ai sali d’argento in bianco e nero di diversi formati, provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge.

È in questo atelier che il fotografo ha stampato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni, ed è lì che si è spento nel 1994, lasciando un’eredità di quasi 450.000 negativi.

Molte tra le foto in mostra sono state sviluppate direttamente dall’autore, altre sono state realizzate appositamente, ma per la maggior parte si tratta di copie moderne, realizzate secondo le sue indicazioni da Hervé Hudry, il suo sviluppatore personale.

Completa il tutto la proiezione di un film realizzato nel 2016 dalla nipote del fotografo, Clémentine Deroudille,  che contribuisce ad approfondire la conoscenza del fotografo e della sua opera.

Le immagini sono allestite in diverse sezioni tematiche che hanno segnato significativamente la sua opera.

Ai paesaggi della Parigi del dopoguerra

segue una celebrazione del mondo del lavoro.

Una delle sezioni principali dell’esposizione è dedicata al teatro della strada, immortalato in molti celebri scatti; a questa sequenza fa da contraltare una serie di scene di interni, scattate nei caffè o nelle portinerie.

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Robert Doisneau,Vent rue Royale, Paris, 1950©Robert DOISNEAU/GAMMA RAPHO

Accanto alla rappresentazione di una società composta da figure anonime, si ritrovano poi i volti di personalità del mondo dell’arte e della letteratura.

In un insieme che combina diverse forme fotografiche: reportage, messa in scena e ritratto.

L’esposizione si chiude con sequenze che riguardano momenti più intimi della vita e riti come il matrimonio, sul modello della leggendaria mostra “The Family of Man”.

Robert Doisneau “pescatore” di momenti

Attraverso l’obiettivo dell’artista, che amava definirsi “un pescatore” («In effetti – diceva – la mia vera passione è la pesca; la fotografia è solo un hobby») la quotidianità diventa poesia.

La visione del fotografo e il suo inconfondibile spirito attirano l’attenzione e suscitano emozioni perché quello di Doisneau è un raccontare leggero, ironico, che strizza l’occhio con simpatia alla gente.

Robert Doisneau, Un regard oblique, Paris, 1948©Robert DOISNEAU/GAMMA RAPHO

Il suo stile infatti mescola fascino e fantasia, ma anche una libertà d’espressione non lontana dal surrealismo. «Quello che ho cercato di mostrare – amava ripetere – era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere.

Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere. Il fotografo deve essere come carta assorbente, deve lasciarsi penetrare dal momento poetico. La sua tecnica dovrebbe essere come una funzione animale, deve agire automaticamente».

Robert nacque nel 1912 nel sobborgo parigino di Gentilly.

Dopo l’apprendistato nel laboratorio di un fotografo pubblicitario, cominciò a dedicarsi ai quartieri popolari di Parigi e della banlieue e sue immagini furono pubblicate su varie riviste attraverso l’agenzia Rapho, di cui fu uno dei membri più importanti.

Durante la guerra si mise a disposizione della resistenza per dare nuova identità ai ricercati. Dopo la Liberazione si dedicò ai reportages per alcune riviste (da “Le Point” a “Vogue”).

Nel ’49 realizzò il libro realizzato in collaborazione con lo scrittore Blaise Cendrars, La Banlieue de Paris, primo di molti racconti per immagini dedicati a questo mondo visto da vicino con estrema sensibilità.

Info
Robert Doisneau
Rovigo, Palazzo Roverella
23 settembre 2021 – 30 gennaio 2022
A cura di Gabriel Bauret
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 – sabato, domenica e festivi dalle 9.00 alle 20.00
Prenotazioni: tel. 0425 460093, 
info@palazzoroverella.com
www.palazzoroverella.com

Copyright immagine di copertina Robert Doisneau, , Les frères, rue du Docteur Lecène, Paris, 1934, © Robert Doisneau