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Il bacio: un gesto senza tempo, dalla letteratura ai cioccolatini

il bacio attraverso i secoli

Casto o appassionato, a fior di labbra o alla francese, il bacio è un’espressione d’amore e passione che ha viaggiato nei secoli, oltrepassando i tabù e le restrizioni delle epoche del passato, durante le quali il minimo accenno fisico era sinonimo di sconcezza e oscenità.

Oppure, come dimenticare il ‘bacio mortale’ del vampiro che quando non uccide, genera un altro suo simile, in modo che si crei un legame di sensi tra vittima e carnefice?

Sul bacio la letteratura ci fornisce vari esempi a tale proposito.

Vale la pena citare il ‘bacio galeotto’ con il quale Dante Alighieri nella Divina Commedia svela l’amore tra Paolo e Francesca, fissando per l’eternità l’ansia di due corpi che fremono e di due labbra che si cercano.

Non a caso il Sommo Poeta li pone nel girone infernale dei lussuriosi in quanto, pur comprendendo l’autenticità delle loro emozioni, ritiene inaccettabile che abbiano infranto le regole della morale dell’epoca.

L'arte del bacio

Il bacio casto

Anticipazione del principio di Eros e Thanatos, leit motiv della letteratura romantica dell’Ottocento fino al Decadentismo. Il bacio quindi è un’interpretazione sublime, passionale, innocente o fugace dell’amore, un sentimento universale dipinto o scolpito dagli artisti più famosi.

Antonio Canova, in pieno Neoclassicismo, dà vita al bacio casto e puro tra Amore e Psiche (1788-1789): l’esaltazione di un erotismo sottile e raffinato, dove il dio contempla la sua amata, baciandola con dolcezza. Un bacio nitido e puro come acqua di roccia.L'arte del bacio

Un secolo dopo invece, durante il periodo del Romanticismo, si mettono da parte i principi di bellezza e spiritualità, canoni dell’estetica di Winckelmann e si dà spazio alla materia che vibra di passione ne Il Bacio (1888-1889) di A. Rodin.

Ritornano di nuovo le figure di Paolo e Francesca, non più in veste di timidi amanti, che raccontavano a Dante la storia d’amore in termini di rimorso e pentimento, ma la scultura che vede due corpi nudi aggrovigliati in un abbraccio sensuale, esaltazione del piacere dell’amore carnale.bacio hayez confronto 1

L’ultimo bacio

Nell’ambito della pittura non si può non citare Il Bacio (1859) di F. Hayez, dipinto tra i più riprodotti dell’intera storia dell’arte e da cui è stata creata anche l’immagine dei due innamorati nella scatola blu dei Baci Perugina.

Il soldato che saluta la sua donna con un bacio fugace è considerato una delle icone del Risorgimento italiano, dove trionfano i concetti di naturalezza, sentimento e fedeltà, ma lasciando trasparire nella sua allusività una percezione d’inquietudine, come connubio tra le vicende personali e quelle pubbliche.

Ed è sempre l’artista veneziano – alcuni anni prima – ad immortalare nelle sue tele ‘L’ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo’ (1823), i tristi amanti della tragedia di W. Shakespeare: un dipinto che destò scandalo per la sensualità con cui era stata rappresentata la vicenda e per il realismo di Giulietta, raffigurata in pantofole.

bacio
Renè-Magritte-Les-Amants-Gli-amanti-1928

La compenetrazione tra uomo e donna, in un alone di ascesi quasi mistica sta invece alla base de Il Bacio (1907) di G. Klimt. Si dà spazio alle sensazioni interiori e il bacio che si scambiano i due innamorati implica armonia cosmica ed elegante erotismo.

Esiste anche un’opera, tuttavia, dove ai due amanti è vietato di conoscersi: i loro visi sono avvolti da un velo che in realtà è un sudario di morte.

Questa immagine conturbante si riscontra ne Les Amants (1928) di R. Magritte, dove prevale il tema dell’incomunicabilità e la complessa questione tra il visibile e l’invisibile. La realtà viene dunque mutilata nella sua individualità.

Che dire dell’immagine fotografica realizzata da Robert Doisneau, scattata nel 1950, davanti l’Hotel de Ville di Parigi, che mostra il bacio di due giovani, incuranti della folla.

doisneau-bacio-hotel-de-ville

Ed infine concludiamo con…

Il Bacio al Caffè è il nuovo dolce della Melegatti, una torta dall’impasto soffice e digeribile grazie al  lievito madre Melegatti, dal gusto armonico della crema a base di Miscela Nobile di Caffè Borbone nella farcia, oltre che da chunks di cioccolato fondente belga.

La glassa di cioccolato bianco, ricoperta da croccanti minipraline di cereali ai “tre cioccolati”, fa poi da scrigno al delicato impasto lievitato naturalmente e contraddistinto dall’ottima alveolatura, frutto di un sapiente lavoro che ha alle spalle ben 127 anni di tradizione, quella che la Melegatti ha messo a disposizione degli italiani per addolcire tutti i momenti di festa.

Se il distanziamento sociale ci limita nei baci e negli abbracci il Bacio al Caffè saprà riscaldare il cuore di ognuno di noi….

E in omaggio a tutti coloro che amano Jacques Prèvert:  ” I ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte…