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Sale San Giovanni, paese di lavanda ed erbe officinali

Colori e profumi della piccola Provenza

Il profumo della lavanda e la sua bellezza si incontrano a Sale San Giovanni, nelle Langhe, territorio famoso per i vigneti (a proposito, non perdetevi lo spettacolo dei colori delle viti in autunno…) e i vini, ma…non solo.

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Sale San Giovanni ( in provincia di Cuneo) è un piccolo borgo in collina a circa 600 m s.l.m., diventato famoso per la lavanda (la zona è chiamata la piccola Provenza) e la coltivazione delle erbe aromatiche..

Sull’origine del nome esistono due ipotesi: la prima parte si rifà al nome degli antichi abitatori della zona, i Salii o Sallui, mentre l’altra,  si riferisce ad un antico vocabolo che stava ad indicare grotta, stanza o sala.

La seconda parte del nome è legata al culto di San Giovanni, in onore del quale venne costruita la Pieve attorno all’anno 1000.

Il territorio era già abitato dagli antichi romani, poi intorno all’anno 890 subì, come tutta la regione limitrofa, le incursioni dei Saraceni.

Sale San Giovanni: una storia movimentata

Intorno all’anno 1135 la zona di Sale entrò nel Marchesato di Ceva. Nel 1380 circa la zona della Pieve, detta Villa, divenne il capoluogo, essendo in un punto meglio difendibile.

Nel 1531 il territorio di Sale passò sotto Casa Savoia, per volere dell’imperatore Carlo V.

Era il 1601 quando il castello di Sale San Giovanni vene donato al Santuario di Vicoforte, per essere venduto in seguito a Gerolamo Germonio.

Passò poi, nel 1684, alla famiglia Incisa-Germonio, ma i passaggi non finiscono qua, perché nel 1954 venne venduto all’ospizio di carità di Fossano, e ancora gli ultimi due passaggi di proprietà nel 1992 e 2003.

Insomma una storia molto movimentata.

Sale ha conosciuto anche la peste; fu terribile quella del XVII secolo quando la popolazione diede alle fiamme tutte le case della zona della Pieve, nel tentativo di arginare l’epidemia.

La popolazione dedita all’agricoltura, subì anche i saccheggi ed i soprusi delle truppe Napoleoniche.

Dal 1948 Sale San Giovanni è comune autonomo, quando si distaccò da Sale Langhe, di cui era una frazione con il nome di Bricco.

Dopo aver visitato la Pieve, mi dirigo verso il borgo e penso alla sua storia, spesso tormentata come tanti dei borghi medievali che ho visitato.

Percorro vie strette, archi e voltini, supero la Cappella di San Sebastiano al cui interno ci sono resti di affreschi che illustrano la terribile peste che aveva colpito Sale San Giovanni.

Raggiungo il palazzo/castello che riporta il nome Incisa di Camerana, ancora un giro ed esco dal paese per dirigermi verso le coltivazioni di lavanda. Il percorso si dipana ad anello, con la possibilità di scegliere tra una variante più larga ed una più stretta.

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Lavanda ed erbe officinali

Le due varianti si riuniscono poco prima della chiusura dell’anello. Colpisce subito il profumo della lavanda e il suo colore, che accende il paesaggio intorno, ma non c’è solo questa, anche se è la più famosa.

Tutto il versante è coltivato ad erbe officinali. Così incontro la liquirizia con i suoi fiorellini gialli a grappolo e la radice sottostante da cui si estrae il prodotto.

Sistemate sul terreno a cespugli, vicino alla lavanda e disposte in file, come la lavanda, creano effetti cromatici e geometrici davvero di grande bellezza.

Attraverso un bosco davvero molto bello, e ne apprezzo l’ombra e il caldo meno intenso. Proseguo ed ecco una coltivazione di grano, mi colpisce il colore delle spighe, così scuro.

Mi verrà spiegato poi, che questo è un tipo di grano molto antico, la cui caratteristica è quella di avere un bassissimo livello di glutine; è il grano Enkir.

E poi ecco la salvia, il rosmarino, e un campo intero di finocchio selvatico con i suoi esili fiori mossi dal vento leggero che attenua il caldo soffocante di questa estate così arida.

Colpisce l’aridità del terreno con i colori dirompenti delle coltivazioni, ma le piante officinali non necessitano di troppa acqua, e quindi il terreno è più secco.

La fioritura della lavanda richiama ogni anno migliaia di visitatori e la prima cosa che balza agli occhi, sono tanti puntini colorati che si muovono all’interno di questa distesa di colori adagiati lungo il fianco della collina.

Ripongo la reflex, anche per oggi il lavoro è concluso. Mi metto in coda per assaporare un bel gelato. Indovinate un po’? Al gusto di lavanda.

Come raggiungere Sale San Giovanni:

autostrada A6 Savona – Torino. Uscita Ceva e seguire le indicazioni per Sale San Giovanni che si trovano subito.

E’ un’escursione facile che non presenta alcuna difficoltà, ma si consiglia abbigliamento molto leggero e crema solare, perché il percorso è quasi interamente esposto al sole.

Testo e immagini di Vittorio Puggioni