Ti amo madre terra
Dobbiamo amare il – bistrattato – pianeta nel quale viviamo, pero’ oggi la priorità è pensare al destino degli esseri umani. La Terra ha attraversato e superato crisi di ogni genere, ed è probabile che sopravviverà anche ad una possibile e annunciata catastrofe ambientale ma noi, soprattutto i nostri figli e nipoti, stiamo rischiando parecchio. Il grave problema dell’impatto degli inquinanti e del gas serra si sta esaminando durante il Vertice sul Clima in corso a Parigi, città martoriata dai recenti fatti di cronaca e di nuovo al centro dell’attenzione. Tutti sono concordi nell’affermare che bisogna trovare un accordo “o adesso o mai più” come sottolinea Papa Francesco “perchè siamo al limite di un suicidio” e il presidente Obama spera che “possiamo cambiare il futuro qui adesso” mentre il segretario generale dell’Onu Ban Kimoon dichiara “abbiamo bisogno di un accordo significativo e forte sul clima, qui a Parigi, per stare sotto i due gradi di aumento della temperatura, anche per garantire la pace e la sicurezza internazionale”.
Infatti gli scienziati dicono che se le emissioni di gas serra – prodotte quando utilizziamo i combustibili fossili -continueranno ad aumentare, supereremo la soglia oltre la quale il riscaldamento globale diverrà catastrofico e irreversibile. Mentre gli esponenti del governo di 190 nazioni sono riuniti sino all’11 dicembre per la ventunesima conferenza sul clima, è importante che s’impegnino a ridurre le emissioni anche le città, i governi locali, le imprese e…i singoli individui.
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Tante le manifestazioni e le firme di petizioni hanno avuto l’obiettivo comune di convincere quanto sia importante abbassare il consumo di idrocarburi e puntare sulle energie alternative. La Marcia Globale per il Clima del 29 novembre scorso (il giorno prima dell’apertura del vertice) si è tradotta in una mobilitazione straordinaria: 785mila persone in tutto il mondo – 120 mila in Australia – con oltre 2300 eventi in 175 Paesi, a manifestare per un mondo pulito. A Parigi, per ragioni di ordine pubblico, non è stata possibile la marcia ma l’organizzazione Avaaz è riuscita a raccogliere migliaia di scarpe in Place de la République, a simboleggiare anche lì una presenza, silenziosa ma forte.