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“Il sol dell’avvenire” splende nel cielo di Nanni Moretti

“Il sol dell’avvenire” Regia di Nanni Moretti, con Nanni Moretti, Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, Flavio Furno – Italia 2023

Con “Il sol dell’avvenire” Nanni Moretti dirige e interpreta il film della vita.

Protagonista è Giovanni, da lui stesso interpretato, un regista che inizia le riprese di un film ambientato tra i militanti comunisti di un quartiere periferico romano nel 1956, proprio quando i carri armati dell’Unione Sovietica invadono l’Ungheria.

Giovanni combatte contro vari ostacoli: la crisi della moglie, impersonata da Margherita Buy, che vuole lasciarlo per potersi realizzare; la libertà interpretativa rivendicata dalla sua attrice protagonista che ritiene prevalente nel film la vicenda amorosa su quella politica; le difficoltà produttive, cha vanno dal trovare finanziatori affidabili a reperire il cibo per gli animali del Circo; lo scontro con la logica di Netflix che richiede ben altri “prodotti”; la sciatteria delle maestranze, che lasciano sul set oggetti anacronistici; la diffusione di un cinema che rende tutto intrattenimento, anche la violenza.

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©Fandango e Sacher Film

“Il sol dell’avvenire” intreccia a quella di Giovanni altre due storie.

Quella ambientata nel 1956 vede Silvio Orlando vestire i panni di un giornalista dell’Unità che milita insieme alla moglie, interpretata da Barbora Bobulova, nella sezione comunista del Quarticciolo.

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Copyright ©Fandango e Sacher Film

Qui giunge un circo ungherese e nel frattempo a Budapest si scatena la repressione della rivolta, le cui immagini sconvolgenti passano attraverso il bianco e nero dei telegiornali.

Ma un altro progetto si delinea nella mente di Giovanni: un film d’amore che segue una colonna sonora fatta di canzoni italiane degli anni ’60-’70, a partire dalla meravigliosa “Lontano lontano” di Luigi Tenco, che segna lo scorrere del tempo e sottolinea il legame che ci lega ancora al passato.

Intanto Paola, la moglie, e la figlia si sottraggono alla sua influenza e cercano di vivere la loro vita. È anche la nostra storia cinematografica che ci scorre negli occhi, nelle orecchie e nel cuore.

I diversi filoni si incrociano, senza soluzione di continuità, in scene esilaranti e ricche di profondità, che richiamano l’opera omnia di Moretti e il cinema italiano e internazionale, da Federico Fellini al Decalogo di Krzysztof Kieślowski, ai Blues Brothers, e non solo.

Esilarante e ricca di riflessioni metacinematografiche è la sequenza in cui Giovanni accompagna Paola sul set dove si sta girando l’ultima sequenza del film di intrattenimento di cui è produttrice.

L’impostazione della scena lo fa inorridire e la interrompe, cercando pezze d’appoggio da Renzo Piano, Chiara Valerio, Corrado Augias, addirittura Martin Scorsese

Impagabile è uno dei siparietti in auto per le vie di Roma in cui Giovanni, dopo aver proclamato la condanna dei sabot, si lascia trascinare insieme a Paola dal ritmo di Thinks di Aretha Franklin, l’unica che per lui può cantare in ciabatte.

Nell’opera di Nanni Moretti le canzoni sono parte del racconto, entrano attraverso l’autoradio, il giradischi o il juke-box, che fanno parte delle scene. In questo film sono inserite in modo magistrale, ripercorrendo la sua e la nostra storia.

Il sol dell’avvenire trascina il regista e i suoi attori dentro e fuori dal set, avvolgendoli con la musica, come i dervisci danzanti di Franco Battiato, in una scena liberatoria.

Nonostante le minacce che incombono sull’esistenza individuale e collettiva e che Giovanni cerca di esorcizzare con riti propiziatori, con gli antidepressivi e la crema per il viso, consapevole della fragilità delle illusioni, il film si chiude con un finale inaspettato e travolgente.

Con uno scarto di fantasia e di volontà Giovanni decide che può fare la storia con i “se” e dare risposte cinematografiche a vecchie questioni, a partire dalla drammatica domanda: “come essere comunisti” mentre i sovietici invadono l’Ungheria, e oggi la Russia aggredisce l’ Ucraina?

In una prima versione Ennio, il giornalista dell’unità, si sarebbe impiccato. Ma nella visione finale di Giovanni la storia (quella del PCI, di Togliatti e dei rapporti con l’URSS) avrà un esito imprevisto.

Così lo stesso Moretti va oltre la rappresentazione critica e disillusa della realtà che ha segnato tanti suoi film.

Tutto è cambiato: la città, il cinema, la vespa di Caro diario è ora un monopattino. Moretti ce lo racconta ma contemporaneamente ne sorride, così come sorride di se stesso, un regista che lavora a rilento facendo un film ogni cinque anni, mentre tutto intorno va veloce e il tempo fugge.

Moretti si conferma un artista capace di affrontare temi impegnativi e ardui, come la politica, l’amore, la malattia e la morte, attraverso il linguaggio del cinema.

Il sol dell’avvenire si chiude con una sequenza solare in cui si ritrova tutto il mondo cinematografico di Moretti, che ha accompagnato in questi anni anche la nostra vita.

E anche noi possiamo sentirci del tutto immersi nell’illusione del cinema, come se sfilassimo lungo i Fori Imperiali insieme agli attori e alle comparse che danno vita al corteo popolare e gioioso che chiude un film geniale.

Una Coproduzione Sacher Film – Fandango con Rai Cinema e Le Pacte

distribuzione https://www.mymovies.it/film/2023