Malati di sesso
Le dipendenze sono varie: dal cibo, dal gioco, dall’alcool e dalle droghe, ma anche dal sesso e da internet (compreso il cybersex). Se l’abbuffata a letto e a tavola, oppure nei luoghi e nei momenti di divertimento, può far parte dei piaceri – a volte trasgressivi – della vita, la patologia subentra quando non si può fare a meno del comportamento compulsivo. Insomma la sexual addiction non va confusa con una condotta passionale e un forte appetito sessuale: è un impulso incontrollabile che condiziona l’esistenza e procura un tormento continuo, se non è soddisfatto.
Lo hanno raccontato magistralmente i film Shame di Steve McQueen, interpretato da Michael Fassbender (la sindrome maschile) e Nymphomaniac di Lars von Trier con Charlotte Gainsbourg (quella femminile). Per anni, però, la psichiatria ha accantonato l’argomento, fino alla fine degli anni ‘80 quando è tornato alla ribalta con la nascita negli Usa del National Council of Sexual Addiction. “Ci sono diversi fattori che hanno contribuito a fare emergere il fenomeno”, spiega Franco Avenia, vicepresidente di FISS (Federazione Italiana Sessuologia Scientifica): “Viviamo in una società in cui il sesso ha un ruolo sempre più importante, sia a livello personale che di comunicazione, e c’è una forte pressione sociale che spinge le persone a identificarsi con il proprio comportamento sessuale”. Si tratta di una malattia del nostro tempo, come la dipendenza da Internet.
Un fenomeno complesso che può sfuggire a una precisa collocazione: alcuni ricercatori infatti parlano di vera e propria dipendenza. Altri mettono in risalto l’aspetto compulsivo. In ogni caso i sintomi di pericolo sono evidenti: la pervasività dell’impulso, l’impossibilità di controllarlo “e un ingiustificato disinteresse per le conseguenze, che può configurarsi come una alterazione cognitiva che porta a sottostimare problemi come le malattie sessualmente trasmissibili o le gravidanze, per citarne solo due”, precisa lo psichiatra Ezio Manzato, della Commissione nazionale sulle dipendenze. Un’analogia corretta è quella con i disturbi del comportamento alimentare, come la bulimia, che non caso spesso si accompagna a una sregolatezza nella condotta sessuale.
Per Martin P. Kafka della Harvard Medical School “Il segno distintivo di questa disinibizione, quello che le dà lo status di una condizione clinica”, sostiene lo psichiatra americano, “è la compromissione della volontà, la quantità di tempo sprecata in impulsi, attività e fantasie sessuali non relazionali e le conseguenze personali e psico-sociali sfavorevoli che l’accompagnano”. Si tratta di un disturbo che ha basi neurobiologiche. Il che non esclude che la sexual addiction abbia una componente culturale. La ricerca ossessiva di un partner sessuale può portare anche a comportamenti rischiosi o illegali, a molestie come il frotteurismo (lo strofinamento dei genitali su una persona non consenziente), perfino allo stupro.
E nei casi più gravi si associa a parafilie, il termine che oggi definisce quelle che un tempo si chiamavano perversioni, come – tra le altre – la pedofilia. Si tratta comunque di una patologia multifattoriale, che si basa su una vulnerabilità neurobiologica, cui si aggiungono esperienze traumatiche come l’avere subito abusi sessuali nell’infanzia. Anche il partner può avere un ruolo importante nel contenere o nello scatenare il disturbo. Però è importante sapere che la sexual addiction rappresenta il bisogno fondamentale rispetto al quale tutto il resto è sacrificato, compresi gli affetti, perché le persone vengono considerate principalmente come oggetti ad usare.
Come uscirne? “Il trattamento delle dipendenze prevede il ricorso alla psicoterapia individuale che aiuta ad affrontare i conflitti irrisolti (scarsa autostima, esperienze traumatiche, mancanza di autocontrollo) ma la psicoterapia può essere anche di gruppo” scrive Roberto Pani con Samanta Sagliaschi in La compulsione nella sessualità, aspetti clinici ed educativi.
E lo psicodramma analitico può essere un valido metodo di cura delle compulsioni sessuali. Nella maggior parte dei casi può essere necessario l’uso di farmaci specifici, prescritti da un medico che non copra la funzione di psicoterapeuta psicoanalitico dello stesso paziente. Ma è molto importante tener presente che la dipendenza sessuale consiste in una relazione distorta con il sesso che significa fuga dalla solitudine, dallo stress, dai sensi di colpa, dalla paura e dall’ansia, dalla vera intimità – cioè dalle relazioni intime che non è capace di gestire – e dall’incertezza rispetto la propria identità maschile o femminile.
Se desiderate chiarimenti su problemi di natura sessuale (maschile o femminile) potete scrivere alla dottoressa Bettelli Lelio a: cbchiachia7@gmail.com