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Arte & Cultura,  Life gallery

Robot. The Human Project. Milano- Mudec- Museo delle Culture

La mostra Robot. The Human Project

Fu il drammaturgo ceco Karel Capek ad utilizzare per primo il termine Robot (dal ceco robota che significa lavoro forzato) nel dramma fantapolitico sociale RUR per descrivere degli umanoidi assemblati con materiale organico, dei moderni Frankenstein, al servizio degli uomini.

Era il 1920. Nel dramma l’intento di liberare gli umani dalla fatica fisica nella fabbrica del dott. Rossum determina una catastrofe.

Nel 1950 Isaac Asimov, il padre della narrativa di fantascienza, nel racconto Io Robot presentò i suoi robot positronici e le famose tre leggi della robotica:

  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

La mostra Robot. The Human Project

Con l’evoluzione dei robot nella letteratura fantascientifica successiva, queste tre leggi furono sottilmente disattese. Nel mondo reale pure, a giudicare dai droni da guerra.

Da frontiera fantascientifica – immaginata dalla letteratura e dal cinema all’inizio del Novecento – a realtà in continua evoluzione: la scienza robotica negli ultimi trent’anni ha raggiunto risultati straordinari costruendo robot antropomorfi in grado di interagire con l’uomo e l’ambiente circostante.

La mostra Robot. The Human Project, ospitata negli spazi del Mudec, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Biorobotica Sant’Anna di Pisa, propone un percorso tra arte, scienza e antropologia che ripercorre le tappe salienti del rapporto tra uomo e robot.

Si sviluppa in sei sezioni che raccolgono diverse prospettive in dialogo tra loro e strettamente interconnesse.

Partendo dagli antichi automi di epoca alessandrina a partire dal III secolo a.C.- splendida l’Ancella automatica di Filone di Bisanzio che apre la mostra – , il visitatore si confronterà con i prototipi della robotica contemporanea nelle molteplici vesti di biorobotica, scienza che è all’intersezione tra biologia e robotica per la realizzazione di sistemi robotici di ispirazione biologica e di applicazione biomedica come Hannes, la mano protesica con sensori miografici.

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Di robotica biomimetica i cui sistemi robotici imitano le funzionalità dei modelli biologici come Lampetra prototipo ispirato alla Lampreda , invertebrato tra i più primitivi e Plantoide ispirato al mondo vegetale.

Di robotica indossabile con dispositivi robotici capaci di restituire feedback sensoriali quali gli esoscheletri robotici in grado di migliorare l’efficienza motoria ed altro.

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Fino agli sviluppi ultimi dell’intelligenza artificiale (IA) con la progettazione di macchine capaci di compiere compiti caratteristici dell’intelligenza umana, simulandone quindi le capacità cognitive e emozionali.

Inoltre con il Machine Learning(ML) o apprendimento automatico e al Deep Learning (DL) o apprendimento “profondo”, si progettano robot che diventano più intelligenti col passare del tempo, perché resi in grado di apprendere autonomamente e quindi di imparare dagli errori e dai successi, così come noi umani.

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Robot umanoidi

Tra i risultati più stupefacenti dell’IA è la progettazione di robot umanoidi simili a noi nell’aspetto e nei movimenti, in grado di interagire, comportarsi e percepire il mondo che li circonda come lo percepiamo noi e in grado di suscitare e capire le emozioni.

Esposto in mostra è il Robothespian, il primo e più iconico robot di Engineered Arts, grande attore, intrattenitore poliglotta (parla più di 30 lingue), molto abile nell’emozionare e commuovere.

Caratterizzato da una gamma incredibilmente espressiva di movimenti ed emozioni, è il perfetto robot parlante progettato per l’interazione umana in un ambiente pubblico.

È a suo agio come intrattenitore, venditore, attore in un film o teatro o come insegnante. Basta impostarlo e guardarlo andare.

La mostra Robot. The Human Project è un percorso esperienziale immersivo,

nello stesso tempo stimolante e divertente

per grandi e piccoli.

Senza trascurare gli interrogativi etici e filosofici sull’uomo nel confronto con il suo doppio artificiale che lo sviluppo tumultuoso e continuo di queste tecnologie porta con sé e che interpellano continuamente il visitatore.

www.mudec.it/ita/robot/