brescia-e-il-nuovo-museo-del-risorgimento-leonessa-ditalia
Arte & Cultura,  Life gallery

Brescia e il Nuovo Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia

Storia e arte in un affascinante percorso di narrazione

Il 2023 vede Brescia Capitale Italiana della Cultura e, in contemporanea, l’inaugurazione all’interno del Castello del Nuovo Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia.

A Brescia il Museo esisteva già dal 1887 nelle sale del Grande Miglio (l’antico magazzino di granaglie), ma venne chiuso: prima per dare spazio a esposizioni temporanee e poi per problemi statici.

Quest’anno la riapertura del Museo, dopo la ristrutturazione che ha interessato anche il Piccolo Miglio (l’altro ex granaio) – sede della biglietteria e del bookshop – valorizza la grande importanza che il Risorgimento ha avuto per la città.

Ne sottolinea la complessità e l’ampiezza non solo locale ma europea e la coralità: la storia risorgimentale infatti è costituita da molte voci, tra cui il ruolo fondamentale delle donne nell’unificazione dell’Italia.

Le sezioni del Nuovo Museo di Brescia

Il Museo è articolato in 8 sezioni pensate in base ad otto concetti chiave: Rivoluzione, Dissenso, Insurrezione, Guerra, Unità, Partecipazione, Mito, Eredità.

Rivoluzione” ripercorre la breve vita della Repubblica Bresciana, proclamata dopo l’insurrezione della provincia contro l’occupazione austriaca, con l’appoggio dell’esercito napoleonico vincitore sugli Austriaci, ed entrata poi nella Repubblica Cisalpina (marzo-novembre 1797).

Dissenso” racconta l’opposizione dei patrioti bresciani, a iniziare da Camillo Ugoni, alla dominazione austriaca sul Lombardo-Veneto (successiva al periodo napoleonico), i moti carbonari del 1820-21, quelli del 1830 ed i successivi moti mazziniani.

Insurrezione” è dedicata alle Dieci giornate di Brescia (1849), quando la città si ribellò al dominio austriaco; un box immersivo ricostruisce l’evento dando spazio ai protagonisti, tra cui primeggia il patriota Tito Speri.

Sezione che mette in luce l’eroicità della resistenza popolare che valse alla città l’appellativo di “Leonessa d’Italia”, reso celebre da Aleardo Aleardi e da Giosuè Carducci.

Guerra” riprende le vicende delle prime due Guerre d’Indipendenza” (1848-49 e 1859-60) nel territorio bresciano; la città divenne allora “un grande ospedale” per i feriti, assistiti amorevolmente dalle donne, in particolare da Felicita Bevilacqua e dalla madre Carolina Santi.

Unità” ricostruisce la complessità delle vicende della Terza Guerra d’Indipendenza (1859) e anche le difficili condizioni sociali dei quartieri miseri e sovraffollati della città.

Partecipazione” mostra l’epopea degli 86 bresciani che presero parte alla Spedizione dei Mille (1860), guidata da Garibaldi.

Mito” parla del processo di monumentalizzazione e mitizzazione del Risorgimento dopo l’Unità d’Italia (1861); in particolare si dà modo di conoscere i grandi cambiamenti economici e sociali e la profonda trasformazione urbanistica bresciana, sostenuta a inizio 1900 dal politico liberale e più volte ministro Giuseppe Zanardelli.

Zanardelli, nato a Brescia, fu grande promotore dell’EXPO del 1904, che ebbe sede in città, al Castello.

Eredità” illustra come il Risorgimento fu in seguito vissuto sotto il Fascismo e durante la Resistenza: i partigiani bresciani, sia i comunisti delle Brigate Garibaldi sia i cattolici delle Fiamme Verdi, combatterono ispirandosi nei nomi di battaglia ai padri del Risorgimento.

Chiude la sezione un approfondimento sulla nostra Costituzione.

I grandi artisti al Nuovo Museo Leonessa d’Italia

La narrazione del Risorgimento è affidata ad opere di artisti del 1800 e del 1900, tra cui quelle di Angelo Inganni, Adolfo Wildt, Caroline Deby, Faustino Joli ed il grande dipinto di Jean Adolphe Beaucé “Il generale Niel sul campo di Medole” (1861) che ricorda la battaglia di San Martino e Solferino (1859).

Si tratta di una vera e propria galleria della pittura italiana dell’Ottocento che trova ospitalità nel Nuovo Museo Leonessa d’Italia.

Sono visibili, oltre ai dipinti, sculture, oggetti e memoriali; l’insieme contribuisce a narrare il Risorgimento avvalendosi di tre fondamentali pilastri: i reperti storici, le opere d’arte e la collezione digitale, che coinvolge il visitatore in un percorso attivo di esplorazione.

Gli apparati multimediali, le console interattive, stimolano la conoscenza e forniscono strumenti didattici e divulgativi, ideati da Fondazione Brescia Musei e adatti a tutte le fasce d’età.

brescia-e-il-nuovo-museo-del-risorgimento-leonessa-ditalia

Raccolte di immagini a rotazione (slideshow in loop), tracce musicali attivate da sensori e un Atlante Storico del Risorgimento costituiscono ulteriori occasioni di apprendimento. Sono 6 le installazioni multimediali.

brescia-e-il-nuovo-museo-del-risorgimento-leonessa-ditalia

Alle installazioni multimediali si aggiunge ”Prove di Risorgimento”, in cui attori della Scuola del Piccolo Teatro di Milano (guidati da Maria Paiato, Daniele Squassina e Gioele Dix) interpretano testi letterari e documenti.

Sarà inoltre possibile utilizzare l’App di visita, “Le Dieci Giornate: dalle barricate alla memoria”, che prosegue nel tessuto urbano, grazie a un percorso a piedi attraverso gli spazi pubblici della città che portano a conoscere epigrafi, vedute e monumenti legati al racconto museale e al Risorgimento.

Il Museo sarà visitabile gratuitamente fino al 19 febbraio e per i residenti a Brescia l’accesso sarà gratuito per tutto l’anno, come in tutti gli altri Musei Civici.

Informazioni: www.bresciamusei.com

Immagine castello @Fotostudio Rapuzzi_