I Portici di Bologna candidati alla nomina Patrimonio Unesco 2021
La città si fregia di un’opera architettonica urbana unica al mondo
Bologna, la città italiana conosciuta nel mondo per la sua Università, il buon vivere, le torri medioevali e gli ‘spaghetti alla bolognese’, rappresenterà il nostro Paese con i Portici
Opera architettonica urbana unica al mondo, nata nel Medio Evo per necessità speculative e per assecondare velleità artistiche, ci farà entrare nella lista dei Siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco per il 2021.
I Portici riconosciuti come patrimonio e dote del capoluogo felsineo, corrono per ben 62 km lungo tutta la città sino ad estendersi oltre le mura ed arrivare ai piedi del Santuario di San Luca, Basilica eretta sul Colle della Guardia e custode della città.
Sono dodici i tratti di portici accuratamente selezionati, riconosciuti identificativi della città ed oggi candidati a Patrimonio Unesco
La strada porticata di Santa Caterina con le sue basse case colorate, Piazza Santo Stefano con il suo selciato di ciottoli, i portici del monumentale complesso del Barracano, la nobile strada di via Galliera, il portico del Pavaglione (via dell’Achiginnasio) e Piazza Maggiore.
E poi portici di via Zamboni simbolo dell’Università più antica del mondo occidentale, il portico della Certosa, amatissimo dai fotografi, il lunghissimo e spettacolare Portico di San Luca (700 arcate e una passeggiata frequentatissima dai bolognesi e i turisti soprattutto durante i week end), il portico di Piazza Cavour e Farini con i soffitti eleganti e decoratissimi, i portici di Strada Maggiore, quelli del MAMbo (il Museo di Arte Moderna di Bologna), infine, in periferia, nel quartiere Barca, ci sono i portici dell’originale edificio chiamato il Treno.
Celebrati da scrittori, cantanti e poeti – nel passato come nel presente – riparo di viandanti e complici di tante storie, di arti, di affari e amori. Una di queste, forse la più accattivante, è quella che ruota attorno alle frecce rinvenute sul soffitto in legno di Palazzo Isolani, lungo la Strada Maggiore.
La leggenda narra che un marito per riparare al disonore subito dal tradimento della moglie ingaggiò tre arcieri per ucciderla: malauguratamente per lui le frecce rimasero incastrate nel soffitto della sua camera da letto.
I Portici di Bologna: la storia
Si tramanda che in principio nacquero per riparare i cittadini dal sole e dalle intemperie. In realtà, piuttosto che per rispondere a fini compassionevoli o far sfoggio di estetiche architettoniche, furono eretti per soddisfare esigenze meramente speculative e così fronteggiare le richieste di alloggi ad uso abitativo che, nel corso del 1288, si fecero sempre più pressanti in seguito alla forte crescita della popolazione, per l’incremento dei commerci e l’arrivo di studenti universitari in città.
Da qui l’esigenza dei bolognesi di ampliare le proprie abitazioni, dapprima prolungando i solai dei primi piani con la creazione di sporti in legno che successivamente, con l’aumento delle dimensioni e per evitarne il crollo, fu reso necessario sorreggerli con delle colonne di legno piantate a terra, creando così i portici.
Ben presto il Comune emanò un bando in cui si stabiliva che tutte le case dovevano essere costruite con il portico e che a quelle sprovviste si imponeva al proprietario l’onere di aggiungerlo
Il bando, inoltre, specificava che i portici dovevano essere alti almeno 7 piedi bolognesi (2,66 metri) e larghi altrettanto, per permettere il transito di un uomo a cavallo.
Queste norme nelle zone meno abbienti non furono rispettate determinando la costruzione con altezze piuttosto inferiori. Il documento inoltre specificava come, pur essendo costruito su suolo privato, l’uso del portico fosse pubblico.
Dei Portici la città offre testimonianza delle varie epoche e stili architettonici.
Si va da quelli realizzati in legno, di epoca medioevale, ad altri poi convertiti in latterizio e pietra per decreto pontificio del 1568.
Tra questi si distinguono alcuni edifici appartenenti ad alcune nobili famiglie che, per seguire la cosiddetta ‘moda romana’, chiesero la dispensa per costruire palazzi privi di portico, tra questi i palazzi Fantuzzi e Bentivoglio.
La mostra fotografica di Marta Ciotti
Tra le iniziative con cui Bologna ha sostenuto la candidatura dei portici a Sito Patrimonio dell’Umanità Unesco per il 2021, lo scorso anno è stata allestita una mostra fotografica con alcuni scatti di Marta Ciotti, milanese di nascita ma bolognese d’adozione, che ha immortalato non solo i portici più famosi ma anche quelli meno conosciuti, ma ugualmente suggestivi. Le fotografie di Marta Ciotti poi sono state l’inedita scenografia di uno spettacolo di musica jazz dal titolo Bologna di Portici, ideato dal sassofonista bolognese Massimo Piani.
Copyright Immagini Marta Ciotti