Keith Haring: una mostra da non perdere
Street art a cinque stelle
Una mostra da non perdere: Keith Haring al Palazzo Reale di Milano sino al 18 giugno. La Street art del giovane artista-attivista globale, scomparso nel 1990, affascina per i suoi colori e per i contenuti sociali sempre di grande attualità. “Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi: l’arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare”.
Con queste parole, Keith Haring ( 1950-1990) pittore e writer statunitense, nonchè astro nascente della street art , dichiara il suo ruolo di artista-attivista globale. La sua opera è, infatti, da sempre percepita come manifestazione di una ‘controcultura impegnata’ sia sul fronte politico e sociale, sia su problemi attuali quali droga, razzismo, AIDS, alienazione giovanile e arroganza del potere. Grazie a questo sentire collettivo, è stato in grado di riunire il linguaggio dell’arte in un personale immaginario di valore universale. In questo modo, l’uomo viene posto al centro insieme alla sua condizione sociale e individuale. Lo stile è immediato e festoso, popolato da personaggi stilizzati e bidimensionali. I colori sono vivaci e accattivanti, rimandano alla grafica pubblicitaria, con linee di contorno essenziali. Un’iconografia quasi infantile che veicola messaggi semplici e sentimenti, in primis l’amore e la gioia di vivere.
Tuttavia, la lettura retrospettiva di Haring è da interpretare, anche in base alle ‘altre’ arti che lo hanno influenzato e che ha situato al centro della sua produzione. Da questo presupposto nasce così l’esposizione ‘Keith Haring- About Art’ , con la quale Milano – fino al 18 giugno– celebra il genio dell’artista. A Palazzo Reale sono esposte più di 110 opere, alcune di dimensioni monumentali, altre inedite o mai esposte in Italia. Percorriamo nel dettaglio il sincretismo artistico di Haring.
Haring e l’Umanismo.
Come abbiamo gia detto, l’uomo è al centro dell’universo di Haring, così come lo era stato nel periodo del Rinascimento. Da qui, ecco i suoi vari ‘omini’ che rappresentano sia il singolo che l’umanità. Haring è un artista contemporaneo, che ama opporsi alla disumanizzazione della cultura, in quanto l’esperienza umana è prettamente irrazionale. Il compito dello spettatore consiste quindi nel decifrare e capire i simboli delle sue immagini, spesso ambigue. E’ l’amore così a portare avanti il mondo o è solo un ‘feticcio’ sorretto da mani che applaudono? L’uomo è il bambino, simbolo di gioia di vita e immaginazione o anche l’homo lupus di michelangiolesca memoria?
Haring e i mass media.
Haring da buon semiologo ha analizzato il potere dell’immagine agli albori dell’era telematica. Da qui l’utilizzo degli archetipi, che dovevano fungere anche da monito: chi rimane troppo attaccato ai mezzi tecnologici, corre il rischio di far inaridire il proprio cuore. Riprende anche il tema de Il Vitello d’Oro di Chagall, per evidenziare il crescente potere dei falsi miti. Si deduce che il puro intelletto senza sentimenti è inutile. Perfino il computer può diventare uno strumento ‘pericoloso’ se cade nelle mani di coloro che vogliono esercitare il loro controllo sull’umanità.
Haring e l’immaginario del fantastico.
Il tema del ‘mostruoso’ è attinto dai ‘Bestiari’ del Medioevo e man mano sfocia nel pop-surrealismo. Non dimentichiamo, infatti, che Haring aveva una particolare predilezione per le ‘distorsioni espressive’ di Bosch.
Haring e l’arte tribale.
La creazione di maschere-icona del contrasto tra essere e apparire e le rappresentazioni totemiche, lo pongono in costante dialogo non solo con gli elementi dell’arte primitiva africana, ma anche con i grandi maestri del Novecento – Picasso, Pollock, Dubuffet e Paul Klee.
Infine, Haring può essere identificato come un importante story-teller, per mezzo delle tecniche della performance, del cartoonism e dei murales. Haring non è stato né l’inizio, né la fine di un dato periodo artistico, ma un anello di congiunzione di eventi ciclici, ancora attuali.
Per chi non l’ha ancora visitata, da non perdere la mostra KEITH HARING about art – Palazzo Reale – Milano dal 21 febbraio al 18 giugno 2017 – www. mostraharing.it