Nepal: uno sguardo al futuro
Meta d’oriente tra le più amate per la sua spiritualità
Dagli anni ’60 degli hippies ad oggi, il Nepal è sempre ‘di moda’ e guarda al futuro con nuove proposte turistiche
Il Nepal è da sempre una delle mete d’Oriente più amate e frequentate, in particolare per le sue bellezze artistiche legate alla sua spiritualità e al turismo sportivo quale trekking, alpinismo e, negli ultimi anni, anche corsa e mountain bike.
Volgendo lo sguardo al futuro, però, oltre ai luoghi ‘classici’, il turismo nepalese punta ora a nuove destinazioni. Tra queste, la zona collinare di Ilam Bazaar, nell’area orientale del paese: un’estesa regione in cui la natura è lussureggiante e il paesaggio è caratterizzato da coltivazioni terrazzate di tè, create nel 1863, quando il governo cinese donò la prima piantina all’allora Primo Ministro nepalese, Bahadur Rana.
Qui la terra è fertilissima e il clima mite e accogliente e si trova anche l’area palustre di Mai Pokhari, meta di pellegrinaggi, sia induisti sia buddisti, e area protetta dal WWF: il lago dalle acque color smeraldo, navigabile con piccole imbarcazioni, si estende per circa un chilometro.
Nello scorso anno 2016 lo stato nepalese ha visto un totale di 730.000 arrivi, di cui i trekkers ‘puri’ sono stati il 17%, con una permanenza media di quattordici giorni, mentre si è registrato un aumento del segmento del turismo di lusso, evidenziato dalla presenza nella capitale di ben dieci hotel 5 stelle e di due campi da golf di livello internazionale.
Tra le opportunità più interessanti proposte al turista che si reca in Nepal è oggi l’ampia offerta di home stay, circa 160 sistemazioni familiari che, per modeste cifre, permette di vivere un’esperienza autentica di condivisione di vita con la popolazione locale, anche in villaggi remoti, più distanti dalle mete più frequentate.
Ancora inesplorata e con un importante potenziale attrattivo è la regione del Far West
Una destinazione nella quale si possono trovare la più numerosa concentrazione asiatica di barasingha (cervo della palude) che vive nel Suklaphanta National Park; le foreste, i laghi e prati alpini di Khaptad; i sentieri di montagna verso il monte Api e il monte Saipal. Questa regione, che è la più occidentale del Nepal, racchiude la piana del Terai, la zona collinare e la zona himalayana con la massima altezza di 7.132 m. del monte Api che, con il Saipal (7.031 m.) e il Nampa (6.755 m.), forma una piccola catena di picchi ghiacciati, affilati con versanti e pendenze molto accentuati che li mettono in risalto rispetto agli altopiani circostanti.
Nel Far West del Nepal vive inoltre una cultura vivace e particolare come quella dell’etnia Raute, di origine tibeto–birmana e nomade che vive ancora di caccia e raccolta, mentre nel Terai prevale la popolazione Tharu, che si autodefinisce ‘gente della foresta’ e vive in villaggi isolati conservando una cultura originale e libera da influenze esterne. Nella zona collinare la cultura è hindu, come attestano i numerosi piccoli templi di religione hindu sparsi nell’area, mentre nella zona himalayana la cultura è tibetana, quindi buddhista.
Il Nepal, dunque, continuerà ad affascinare il viaggiatore con le sue destinazioni tradizionali, ma anche con le nuove località che si aprono ora ai visitatori con la consueta ospitalità della popolazione locale: per chi ama l’avventura, lo sport e la natura, ma anche chi desidera una vacanza più tranquilla e comoda.
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