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Giorgio Morandi a Palazzo Reale di Milano

Giorgio Morandi a Palazzo Reale di Milano

Giorgio Morandi  1890-1964 è una delle più importanti e complete retrospettive sul pittore bolognese realizzate negli ultimi decenni. Le sue opere sono esposte al Palazzo Reale di Milano fino al 4 febbraio.

Giorgio Morandi, uno dei più apprezzati artisti italiani del Novecento, capace di cogliere l’essenza delle cose nei suoi capolavori che travalicano lo spazio e il tempo, torna a Palazzo Reale dal 1990, quando in occasione del centenario dalla sua nascita s’era svolta l’ultima esposizione milanese a lui dedicata: Morandi e Milano.

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Milano ha un particolare rapporto con Morandi fin dal 1930, quando il Comune di Milano è il primo ente pubblico ad acquistare alla XVII Biennale di Venezia una sua Natura morta, ora al Museo del Novecento.

E nel 1939 viene pubblicata da Hoepli la prima monografia su Morandi di Arnaldo Beccaria, mentre molte sue opere arricchiscono le collezioni pubbliche.

Giorgio Morandi: dall’avanguardia all’essenza della realtà

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Giorgio Morandi fotografato da Herbert List 1953 -© International Center of Photography/Magnum Photos

La mostra, curata da Maria Cristina Bandera, è occasione preziosa per esplorare l’intero percorso artistico di Morandi e scandagliare la profondità e la complessità della sua pittura, delle nature morte e dei paesaggi che ne riprendono le modalità.

L’apparente semplicità dei suoi quadri e delle incisioni non smette di suscitare suggestioni e interrogativi che stimolano la ricerca artistica contemporanea.

La mostra ricostruisce il suo intero percorso artistico da cui emerge un Morandi immerso nel suo tempo e nella scena artistica internazionale, tutt’altro che isolato e solitario, secondo una leggenda che trova sempre meno appigli.

La sua solitudine, infatti, non è isolamento, ma “l’essere da soli e non il sentirsi soli”.

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Natura morta 1939 – Olio su tela Milano, FAI – Fondo per l’ambiente italiano ETS – Collezione Gian Ferrari, Villa Necchi Campiglio © Giorgio Morandi, by SIAE 2023

Bandera nell’accostamento delle opere evidenzia le continue variazioni e mostra come non ci sia monotonia né ripetitività, come già aveva osservato Guido Piovene che a proposito dell’esposizione di Brera del 1942 scriveva: “per quanto poco mutevole nell’apparenza, per quanto poco vistosa, forse di tutte è la più varia di moti e di avventure segrete”.

La sostanziale immobilità dei soggetti si combina con i continui mutamenti dei valori plastici e compositivi, cromatici e spaziali: “penso di essere riuscito a evitare questo pericolo [di ripetermi] – dichiarerà nel 1960 – dedicando più tempo a progettare ciascuno dei miei dipinti come una variazione sull’uno o l’altro di questi pochi temi”.

Diverse e anche opposte sono state le interpretazioni dell’opera morandiana, vista di volta in volta come classica, moderna, esistenzialista, romantica, realista, astratta… Tutti aspetti evidenziati attraverso la proposta di accostamenti e confronti tra opere, che disegnano il processo mentale e l’itinerario creativo di Morandi.

Far cadere il diaframma tra artista e realtà

Per Morandi “le immagini e i sentimenti suscitati dal mondo visibile, che è un mondo formale”, sono “inesprimibili a parole”. Il compito dell’arte è quello di “far cadere quei diaframmi”, “quelle immagini convenzionali” che si frappongono tra l’artista e la realtà.

Il suo universo simbolico è costituito da oggetti comuni, immutabili, sospesi dalla loro funzione, predisposti dalla polvere posata dal tempo e con l’aggiunta di velature pittoriche a disvelare ciò che della realtà è astratto. Anche i suoi paesaggi, o “paesi”, come preferiva chiamarli, sono sempre presi dalla realtà che vede intorno a sé: “Lavoro costantemente dal vero”.

Giorgio Morandi : il percorso espositivo

Le opere sono ordinate secondo un criterio cronologico con accostamenti mirati e inediti che documentano l’evoluzione stilistica e il modus operandi del pittore nella variazione dei temi prescelti, soprattutto natura morta, paesaggio, fiori e solo raramente figure, e delle tecniche: pittura, acquaforte e acquerello.

Sono circa centoventi le opere esposte, provenienti da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose raccolte private di studiosi e collezionisti, a partire dal Museo Morandi di Bologna.

Le 34 sezioni iniziano con il primo contatto con le avanguardie che avviene attraverso una personale assimilazione della nuova spazialità cubista lungo la traiettoria Giotto-Cézanne (sezioni 1-3).

Si prosegue con l’accostamento alla metafisica (sez. 4), il ritorno al reale e alla tradizione ( sez. 5-6), le sperimentazioni degli anni ’20 (sez. 7-10).

Si apprezza la perizia nella tecnica dell’incisione attraverso le 8 versioni della Grande natura morta con la lampada a destra (sez.11) e si arriva alla maturazione di un linguaggio tra senso costruttivo e tonale negli anni ’30 (sez. 12).

Si entra negli anni ’40 (sez. 13-20) e ’50 (sez.21-28) con la grande sequenza di 60 opere magistrali; segue la stagione dell’acquerello (sez. 29) e conclude la tensione tra astrazione e realtà (sezioni 30-34) con la formulazione di un linguaggio che esprime le inquietudini della modernità e giunge all’essenza della realtà, la ricerca di tutta una vita: “ritengo che non vi sia nulla di più surreale, nulla di più astratto del reale”.

A metà percorso, una suggestiva installazione video, realizzata in collaborazione con il Museo Morandi del Settore Musei Civici Bologna, fa entrare nella camera-studio di Via Fondazza a Bologna, oggi museo, dove Morandi visse e lavorò fino ai suoi ultimi giorni.

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Dalla finestra si vedono le case e le vie che ha dipinto e intanto si ascoltano frammenti di una radio-intervista del 1955.

MORANDI 1890-1964
Milano, Palazzo Reale
dal 5 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
palazzorealemilano.it | mostramorandi.it | ticket24ore.it | +39 02 54912

immagine di copertina Natura morta 1936 – Olio su tela – Mamiano di Traversetolo (Parma), Fondazione Magnani-Rocca © Giorgio Morandi, by SIAE 202