Tiziano a Milano: l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano
Tiziano e la donna veneziana nel cinquecento
Palazzo Reale apre il 2022 con una grande mostra dedicata all’immagine della donna nel Cinquecento nella pittura del grande maestro Tiziano e dei suoi celebri contemporanei quali Giorgione, Lotto, Palma il Vecchio, Veronese e Tintoretto.
Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano, come afferma la curatrice Sylvia Ferino, già direttrice della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum, si propone di riflettere sul ruolo dominante della donna nella pittura veneziana del XVI secolo, posizione che non ha eguali nella storia della Repubblica o di altre aree della cultura europea del periodo.
Tiziano: immagini di donne reali e fantastiche
Nelle sale incontriamo straordinarie immagini di donne reali e immaginarie, che animavano la società veneziana del tempo.
Ci accolgono Eva e Maria, le due donne che segnano la storia dell’umanità, protagoniste l’una del Vecchio e l’altra del Nuovo Testamento, nelle magnifiche interpretazioni di Tintoretto e di Tiziano.
Seguono le otto sezioni in cui si articola l’esposizione che presenta l’immagine femminile attraverso un centinaio di opere, molte in prestito dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, cui si aggiungono sculture, oggetti di arte applicata come gioielli, una creazione omaggio di Roberto Capucci a Isabella d’Este (1994), libri e grafica.
Grandi dame e “belle veneziane”
Si parte col ritratto realistico di grandi dame delle corti cinquecentesche come Isabella d’Este, raffigurata come bellezza ideale da Tiziano, e la figlia Eleonora Gonzaga, di cui il pittore fa risaltare bellezza e castità congiunte.
Seguono le cosiddette “belle veneziane”, un genere di pittura assai popolare nella città lagunare: abiti, posture, accessori, gioielli dipinti con eccezionale finezza esprimono precisi messaggi, come i due anelli gemelli che significano fidanzamento o il seno scoperto in segno di sincera promessa d’amore, secondo il significato di “aprire il cuore” attribuito al gesto nel “Dialogo dei colori” scritto da Ludovico Dolce nel 1565.
Così ammiriamo “Laura” di Giorgione, con un lauro che magnificamente la incorona ed esprime la virtù e l’incorruttibilità dell’amore. Seguono coppie di amanti in diverse situazioni, tra simbologie e realismo.
Eroine e sante
E poi si incontrano le eroine e le sante, tra cui Lucrezia, la matrona romana che si uccise dopo la violenza subita da Sesto Tarquinio, rappresentata da Veronese e da Tiziano in due scene accostate che ne celebrano la fermezza.
Accanto a lei Giuditta, di Lorenzo Lotto, e Susanna, insidiata dai vecchioni nella tela di Tintoretto, di cui si nota la ricchezza e brillantezza dei dettagli.
Maria Maddalena è rappresentata da Tiziano nella sua fase spirituale di penitenza.
Scrittrici, poetesse, cortigiane
Una sala propone i ritratti e gli scritti di famosi poeti e poetesse che cantarono l’amore.
Venezia era la città del grande stampatore Aldo Manuzio che con i suoi libri contribuì ad allargare il pubblico di lettori e lettrici.
Qui incontriamo Tullia d’Aragona e Veronica Franco, cortigiane e potesse di fama, nei ritratti di Moretto e Domenico Tintoretto.
E poi Gaspara Stampa, che cantò il suo amore non ricambiato.
Di Giulia Bigolina possiamo ammirare il prezioso manoscritto di “Urania”, il primo romanzo di fantascienza scritto da una donna.
Venere, personificazione di Venezia
Nella sala dedicata agli amori degli dei domina Venere, che nasce dal mare come Venezia e personifica la città, e la sua storia con Adone.
Segue Giove con i suoi fantasmagorici corteggiamenti verso Danae, Leda, Europa, nel sontuoso dipinto di Paolo Veronese.
Le figure femminili delle allegorie, di grande eleganza, grazie e bellezza, esprimono il fascino della Sapienza o della Storia, come nella tela ottagonale realizzata da Tiziano per la Libreria Marciana, che accoglie i visitatori in cerca di sapere.
Tiziano, Oltre il mito: la donna e la difesa della vita
Infine “Ninfa e pastore” invita ad andare “Oltre il mito”: la ninfa dipinta da Tiziano sdraiata sul fianco in un paesaggio da cataclisma, ascolta un giovane che suona il flauto e si volge verso l’osservatore, con uno sguardo stanco e consapevole della forza della natura che domina le creazioni umane, come la civiltà, l’amore e l’arte.
Non è identificabile con alcun personaggio specifico, ma esprime la supremazia della donna genitrice dell’Universo e dell’umanità.
Sembra interrogarci sul nostro tempo, in cui ancora una volta gli uomini sono stati travolti, per volontà criminale, per egoismo, per irresponsabilità, da una tragica guerra.
TIZIANO E L’IMMAGINE DELLA DONNA NEL CINQUECENTO VENEZIANO
A Palazzo Reale Fino al 5 giugno 2022