Gusto

Ca’ del Bosco e la competizione nel mercato delle bollicine

Maurizio Zanella e Ca’ del Bosco

Cà del Bosco. Gli addetti ai lavori sono convinti: sta per iniziare una guerra delle bollicine. In tanti vogliono le bollicine, e in tanti desiderano farle. In occasione di The Champagne & Sparkling Wine World Championships 2021, sono state più di 70 le medaglie conquistate da Trentodoc, che è stata la bollicina nazionale più premiata per il secondo anno di seguito.

Nel frattempo si fa largo anche il Consorzio Alta Langa, mentre a Ca’ del Bosco, in Franciacorta, continuano ad arrivare conferme della solidità di questa azienda.

Sì, perché Ca’ del Bosco è un caso molto particolare di una realtà che ha saputo far conoscere il valore e le qualità del suo territorio in poco più di 50 anni, che nel mondo del vino rappresentano un periodo di tempo abbastanza breve.

Maurizio Zanella e Ca’ del Bosco

Presidente e fondatore di questa cantina è Maurizio Zanella.

Le bottiglie vendute sono state 1 milione e 800mila, il che vuol dire che lo scorso mese di ottobre le scorte erano già andate esaurite.

È facile ipotizzare che, una volta che il terrore del coronavirus ha iniziato a sparire, gli italiani abbiano voluto ritrovare la voglia di andare al ristorante, di festeggiare in casa, di frequentare locali ed enoteche: insomma, di vivere.

È così che la cantina si è svuotata in tempi più rapidi di quelli previsti.

Non che questo sia un problema, anche se a Natale praticamente non sono state effettuate consegne perché era tutto finito, e per i nuovi ordini si è dovuto attendere gennaio. La concorrenza, anche da questo punto di vista, può fare bene.

I vantaggi offerti dalla concorrenza

Con il proliferare della concorrenza è facile ipotizzare che le bollicine siano destinate a entrare sempre di più nella vita di tutti i giorni delle persone, e questo rappresenta un ulteriore incentivo per fare meglio.

Il fatto è che al giorno d’oggi produrre e vendere il vino è solo una parte del mestiere: è importante anche raccontare la storia del vino.

La storia di Ca’ del Bosco

Conoscere i Franciacorta Ca’ del Bosco, per esempio, vuol dire entrare in contatto con una storia davvero curiosa. Tutto inizia a Erbusco, dove il giovane Maurizio Zanella era stato “esiliato” in punizione alla fine degli anni Sessanta, dopo essere stato fermato dalle forze dell’ordine in occasione delle proteste studentesche.

Qui, Zanella viveva in una casa di campagna, a 90 minuti di strada da Milano, in mezzo ai boschi, senza alcuna forma di distrazione e soprattutto senza luce elettrica.

Da allora, un adolescente con tanti grilli per la testa si è trasformato in un imprenditore di successo che ha individuato la propria vocazione nella vigna.

ca-del-bosco-e-la-competizione-nel-mercato-delle-bollicine

La storia è raccontata addirittura in un podcast, intitolato “Vite nel bosco”, che si può scaricare gratis su diverse app come Google Podcast, Apple Podcast e Spotify.

La visione di Zanella ha dato vita a una grande azienda, circondata da un prato con piante selvatiche e ruscello creato da un garden designer, e con una cantina che ricorda quella di un labirinto.

Il podcast di Ca’ del Bosco

Il podcast è stato ideato per andare anche incontro ai più giovani: si tratta, infatti, di uno strumento di comunicazione contemporaneo e di facile da fruizione, realizzato con un approccio dinamico e coinvolgente come potrebbe essere una conversazione fra amici.

Lo si può ascoltare anche nella cantina di Ca’ del Bosco, indossando le cuffie mentre ci si concede una visita fra bottiglie storiche impilate con estrema precisione.

Franciacorta e Michelin

Secondo Zanella, non può essere un caso il fatto che Michelin abbia scelto proprio la Franciacorta per la presentazione della guida del 2022, del 2023 e del 2024.

Si è verificato un incontro fruttuoso tra il Consorzio della Franciacorta, che non rappresenta una sola azienda ma un territorio intero, e la Michelin.

Questa è una dimostrazione ulteriore di come le bollicine stiano crescendo e si stiano diffondendo sempre di più sulle tavole degli italiani.

I ragazzi si avvicinano al vino senza troppa attenzione nei confronti di retrogusti o abbinamenti consigliati, e trovano nelle bollicine una soddisfazione completa proprio perché si tratta di prodotti che si adattano a tutto.